Fiorentina, con Barak non puoi commettere lo stesso errore dell’affaire Torreira. Un riscatto, non necessariamente obbligatorio, da rendere tale
Non gioca (quasi) mai, segna (quasi) sempre. È il paradosso di Antonin Barak con la Fiorentina, ritenuto come la riserva di Bonaventura e per questo relegato a ruolo di valida alternativa. Il “Re di Coppe”, per aver già segnato quattro volte tra Conference e Coppa Italia, è andato in rete anche contro la Sampdoria, siglando il gol vittoria per la squadra di Italiano.
L’impiego del tecnico, però, dopo un inizio in cui sembrava potesse ritagliarsi uno spazio da titolare, è calato quando si è deciso di varare il 4-2-3-1, modulo che lo ha visto confermarsi solo nella formazione “B”. Il contributo del ceco, tuttavia, è rimasto costante e anche se può non convincere nello sviluppo della manovra offensiva, trova sempre il modo di rendersi pericoloso (nuovo modo per dire che fa gol). Motivo per cui la Fiorentina dovrebbe, a prescindere dal rinnovo di Bonaventura, pensare al suo acquisto definitivo.
La formula – la ricordiamo – aveva previsto un prestito oneroso con un riscatto fissato a 10 milioni (più 2 di bonus), oppure un obbligo di firma legato al 50% delle presenze (di cui almeno 45’ per gara). Avendo, però, imparato a conoscere le strategie della squadra mercato, non è affatto scontato che l’ex Verona non venga rispedito alla base.
L’affaire Torreira, infatti, insegna che se un giocatore prestato si trova bene nel suo nuovo club mentre quello precedente non gli offre più le garanzie di un tempo, la società di Commisso gioca la carta jolly. Non sottostare agli accordi precedentemente sottoscritti, cercando uno “sconto”, approfittando della situazione “particolare” della società che detiene il cartellino. In questo caso, come l’Arsenal non aveva alcuna intenzione di tenersi in rosa l’uruguayano, il Verona verte in una fragilissima – è dire poco – situazione di classifica, fatto che lo rende praticamente inappetibile per il possibile ritorno di Barak. Ecco che allora la Fiorentina potrebbe tentare di rinegoziare con il club di Setti, onde ottenere una riduzione sulla cifra del riscatto.
Come non vennero ritenuti adeguati 15 milioni per il cartellino di Torreira (andando a proporre agli inglesi meno della metà del numero pattuito), è verosimile che Commisso non intenda versare un numero a due cifre nelle casse di una società che quasi sicuramente giocherà in cadetteria. Una mossa, ipotetica ma alquanto probabile, che allontanerebbe un profilo che ha dimostrato di saper rendere bene nel calcio di Italiano. Come d’altronde era già successo con l’attuale centrocampista del Galatasaray.
La politica del mercato al risparmio, o in questo caso, della riformulazione degli accordi, si è già dimostrata fallimentare. La causa – si osa affermare – della perdita di qualità del gioco di questa squadra. I prossimi mesi daranno un’indicazione sull’impiego (numerico) di Barak, un giocatore, non fondamentale quanto altri, ma comunque idoneo ad accrescere la tecnica di una rosa già abbastanza precaria su questo fronte.
L’impiego del tecnico, però, dopo un inizio in cui sembrava potesse ritagliarsi uno spazio da titolare, è calato quando si è deciso di varare il 4-2-3-1, modulo che lo ha visto confermarsi solo nella formazione “B”. Il contributo del ceco, tuttavia, è rimasto costante e anche se può non convincere nello sviluppo della manovra offensiva, trova sempre il modo di rendersi pericoloso (nuovo modo per dire che fa gol). Motivo per cui la Fiorentina dovrebbe, a prescindere dal rinnovo di Bonaventura, pensare al suo acquisto definitivo.
La formula – la ricordiamo – aveva previsto un prestito oneroso con un riscatto fissato a 10 milioni (più 2 di bonus), oppure un obbligo di firma legato al 50% delle presenze (di cui almeno 45’ per gara). Avendo, però, imparato a conoscere le strategie della squadra mercato, non è affatto scontato che l’ex Verona non venga rispedito alla base.
L’affaire Torreira, infatti, insegna che se un giocatore prestato si trova bene nel suo nuovo club mentre quello precedente non gli offre più le garanzie di un tempo, la società di Commisso gioca la carta jolly. Non sottostare agli accordi precedentemente sottoscritti, cercando uno “sconto”, approfittando della situazione “particolare” della società che detiene il cartellino. In questo caso, come l’Arsenal non aveva alcuna intenzione di tenersi in rosa l’uruguayano, il Verona verte in una fragilissima – è dire poco – situazione di classifica, fatto che lo rende praticamente inappetibile per il possibile ritorno di Barak. Ecco che allora la Fiorentina potrebbe tentare di rinegoziare con il club di Setti, onde ottenere una riduzione sulla cifra del riscatto.
Come non vennero ritenuti adeguati 15 milioni per il cartellino di Torreira (andando a proporre agli inglesi meno della metà del numero pattuito), è verosimile che Commisso non intenda versare un numero a due cifre nelle casse di una società che quasi sicuramente giocherà in cadetteria. Una mossa, ipotetica ma alquanto probabile, che allontanerebbe un profilo che ha dimostrato di saper rendere bene nel calcio di Italiano. Come d’altronde era già successo con l’attuale centrocampista del Galatasaray.
La politica del mercato al risparmio, o in questo caso, della riformulazione degli accordi, si è già dimostrata fallimentare. La causa – si osa affermare – della perdita di qualità del gioco di questa squadra. I prossimi mesi daranno un’indicazione sull’impiego (numerico) di Barak, un giocatore, non fondamentale quanto altri, ma comunque idoneo ad accrescere la tecnica di una rosa già abbastanza precaria su questo fronte.
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