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“Io punto su tutti i giocatori che ho a disposizione. Ovvio che tutti vorrebbero giocare, ma ci sono gli allenamenti per dimostrare di meritarsi il posto. Però posso garantirvi che tutti i giocatori sono dentro al progetto”, sono state queste le precise parole di Raffaele Palladino nella conferenza pre-Lazio, andata in scena venerdì pomeriggio al Viola Park. Il tecnico della Fiorentina si riferiva in particolare a due giocatori che stanno trovando poco, per dire nullo, spazio con la maglia viola. 

Ecco a chi ci stiamo riferendo

Uno dei giocatori pagati di più nell'intera storia del club, Marin Pongracic, non sta più vedendo il campo con l'ex tecnico del Monza. Passato (ormai da molte settimane) l'infortunio, il difensore croato non riesce - a detta dell'allenatore - a mettersi in luce nelle sessioni in via Pian di Ripoli. Anche a Lecce, comunque, il nazionale balcanico non era nuovo ad un modesto impegno in allenamento. Tuttavia, ciò non può escluderlo a priori da qualunque partita, di qualunque competizione. Considerando le sue qualità tecniche. Specie se, inoltre, le confrontiamo con quelle di Ranieri, eletto a capitano e - per questo motivo - parrebbe imprescindibile. 

L'altro “accusato” invece porta il nome di un altro neo acquisto estivo, il Richardson che, nonostante la lungodegenza di Cataldi, non è riuscito a imporsi nel centrocampo della Fiorentina. Non solo. Al suo posto gli è stato preferito Mandragora, che ad inizio stagione pareva sceso all'ultimo posto nelle gerarchie di Palladino. Inoltre, il marocchino, un po' come per il croato, è sul mercato, voglioso di maggiore spazio all'interno di un club che lo consideri un titolare. Come era al Reims, in Ligue 1. Per Pongracic, invece, si è mosso il Napoli, alla ricerca di un vice-Buongiorno in queste settimane in cui l'ex Torino non riesce a tornare al 100% dall'infortunio. 

Ma non sarà solo “colpa” loro

Palladino ha perfettamente ragione quando afferma che la domenica in campo ci va chi se lo è meritato durante la settimana. Ma lo stesso viene tradito poi da altre sue - reiterate - scelte. Esempio lampante: Andrea Colpani, schierato sino all'eccesso, mettendo da parte la buona forma di Sottil (uno dei più arrabbiati a fine gara dopo l'insulso pari con il Torino). Ma lo stesso Comuzzo, purtroppo, non è più lo stesso di inizio stagione, o di ottobre-novembre. Non esiste che uno come Pongracic non veda a prescindere il campo nonostante i tantissimi errori commessi dal classe 2005 nelle ultime settimane. Ne va della credibilità dell'allenatore così. Uno stesso tecnico che, ad inizio stagione, sembrava anche un abile comunicatore e che oggi, pur di arrampicarsi sugli specchi, cerca di giustificare scelte - oramai - ingiustificabili. Nonostante, e questo è bene sottolinearlo, non sia tutto farina del suo sacco. A buon intenditor, poche parole.

Palladino: "Kayode voleva più spazio e lo abbiamo accontentato, con Biraghi vedremo a fine mercato. Pongracic e Richardson dimostrino in allenamento di meritarsi il posto"
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