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Dopo un’intera stagione di Amrabat in cabina di regia, la Fiorentina italianesca torna alle origini. E lo fa con un signore che dà del tu al pallone. Arthur Melo è sembrato così a suo agio alla prima stagionale contro il Genoa, tanto da far pensare che giocasse con questa squadra e con questi compagni già da tanto tempo.

Uno, due, al massimo tre tocchi e poi scarico. In orizzontale o indietro che sia, ma il diktat di Italiano era quello: ogni azione deve passare dai piedi del brasiliano. E ci è riuscito anche in zona offensiva, quando ha giocato due volte il pallone che poi Bonaventura avrebbe messo sulla testa di Mandragora. Con una stagione di ritardo la Fiorentina ha ritrovato un vero regista, dopo che la dirigenza aveva osato sacrificare un mediano in quel ruolo.

L’esperimento Amrabat, sempre più vicino a lasciare Firenze, è definitivamente terminato, con grande sollievo anche di mister Italiano. Torna la Viola simil-Lucas Torreira, quella formazione che pressava alto e sapeva far girare bene la palla dal basso, senza lasciare ai centrali quest’onere. Una squadra più ragionata e sapiente, che ha un’identità di gioco così precisa da far invidia a tutta Italia. Forse meno robusta e granitica, ma si cercherà di compensare i muscoli del marocchino con la cabeza dell’ex Gremio.

Adesso non resta che stabilire chi sarà il prescelto accanto al brasiliano, se Mandragora, come era l’anno scorso con Amrabat e come è stato anche al Ferraris oppure un altro profilo... Magari un nuovo innesto dal mercato? Sì, perché questa rosa avrà bisogno di un rimpiazzo per il numero 34. Ma stavolta, nel suo ruolo: non davanti alla difesa e, soprattutto, non impiegato nella fase di impostazione.

Alla ricerca dell’alter ego di Arthur, anche sul mercato. E intanto si studiano le soluzioni ‘interne’
La scelta di mister Italiano a centrocampo è stata eloquente: con l’arrivo di Arthur Melo la volontà è stata quella...

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