Auto-sabotaggio (in provincia la nebbia è la stessa dal 2019)
Pensare - e parlare - ancora di Europa, Champions, Conference e simili risulta davvero difficile in un momento come questo. Un periodo - ma ormai sono quasi due mesi (!) -in cui la Fiorentina sembra essersi dimenticata chi è veramente. In totale balìa delle onde, in un mare di dubbi, pensieri negativi e allarmismi (più che giustificati, a differenza di quanto si ritiene dalle parti di Firenze sud).
Empoli provincia, ma Firenze assopita
Italiano non vuole ammettere che la squadra è in totale difficoltà, sommersa dai rimorsi e dalle occasioni sprecate, ormai una costante dell'ultimo mese e mezzo. E a Empoli, l'ennesimo auto-sabotaggio, un punto regalato alla salvezza della società di Corsi che non avrebbe gonfiato la rete di Terracciano se non per un rigore (regalato pure, almeno per la dinamica di gioco). Una formazione - quell'undici titolare che non esiste più - che ha perso anche i suoi interpreti più significativi. Nico e Jack ridotti a comparse, il secondo sicuramente più del primo, che però è ancora anni luce da una condizione fisica che possa definirsi apprezzabile.
La scala degli errori
Ma l'unico artefice di questa catastrofe sportiva è la Fiorentina stessa. In primis, come poterlo negare, la società. Cieca difronte all'eventualità di un peggioramento dei risultati dopo un palese periodo di over-performing negli ultimi mesi del 2023. Dagli States a Bagno a Ripoli, gli errori sono stati grossolani e alla luce del sole, con goffi tentativi di coprire millantate strategie campate in aria. Poi, però, in campo ci vanno i giocatori, come si suol dire; insieme ad un tecnico che pare aver pure smarrito quella luce negli occhi che caratterizzava la sua prima esperienza a Firenze…
Cambiare aria
Milano, Roma, Napoli e Torino. Metà delle panchine-top in Serie A cambierà guida al termine della stagione e un allenatore capace e innovativo come Italiano non può che pensare anche al proprio, di futuro. Lungi da questa sede affermare che il mister non stia più mettendo anima e corpo per questa piazza, va altrettanto constatato come il suo tempo in Toscana possa essere giunto al termine. Oggi come oggi, d'altronde, tre anni sulla stessa panchina appaiono quasi una vita nel calcio frenetico e assordante rappresentato da calciatori fluttuanti.