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"Squadra che non vince non si cambia". E' questo lo strano dogma che sta portando avanti Stefano Pioli: la sua Fiorentina non coglie i tre punti da più di due mesi, ma il tecnico viola non ha praticamente apportato nessuna modifica tattica allo schieramento della sua squadra. L'ultima vittoria risale al 30 settembre, quando Veretout e Biraghi stesero l'Atalanta in quella partita ricordata per la presunta simulazione di Chiesa e le conseguenti polemiche di Gasperini. Dopo sono arrivate cinque pareggi e due sconfitte che hanno fatto precipitare la Fiorentina in classifica: il settimo posto che vale l'Europa League è ancora lì, distante appena due punti, ma è evidente che per ripartire la Fiorentina deve cambiare qualcosa.

E non può che essere la mano di Pioli a dare il via a una piccola rivoluzione tattica e a qualche cambiamento nello schieramento dei viola per cercare di ridare slancio alla manovra di una squadra che sembra essersi clamorosamente appiattita. Probabilmente le squadre avversarie hanno imparato a conoscere il gioco della Fiorentina, che a dire il vero si basa prevalentemente sulle intuizioni di Chiesa, e sanno come poterla fermare. Il 4-3-3 doveva essere il modulo giusto per esaltare le qualità del tridente composto da Chiesa, Simeone e Pjaca, ma gli ultimi due non hanno rispettato le attese di società e tifosi e adesso cambiare qualcosa diventa necessario, se non obbligatorio.


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