Il miracolo Italiano, ricordando Batistuta, e un sogno che questa squadra si è meritato
L’emozione c’è. Perché tornare a giocare una Supercoppa ci riporta indietro ai tempi belli, quelli di Batistuta e di Rui Costa, quelli dei sogni, anche se tutto è cambiato, anche se il Dio denaro ha portato la Fiorentina e le altre partecipanti al trofeo a migliaia di chilometri di distanza. Senza tifosi, soltanto con una diretta tv che ci terrà incollati al divano e qualche spaurito giornalista affascinato dalla possibilità di andare in un posto dove mai sarebbe andato.
Una domanda: ma con tutti i soldi che le società incassano, qualcuno non poteva andare ai tifosi fedelissimi per permettergli di seguire la squadra? Gratis? Niente da fare. E allora stasera tiferemo comunque, per una Fiorentina che se la giocherà alla pari con un Napoli in crisi, sognando una finale al caldo che sarebbe comunque affascinante.
In lotta per un trofeo
Ancora una volta in lotta per un trofeo: a due partite dalla coppa. Dopo due finali perse, con la possibilità di giocarne altre due a maggio. Vedremo, sicuramente la squadra di Italiano si sta avvicinando più di tutte le altre, almeno in tempi recenti, ad un trofeo. C’è voglia di impresa, c’è la sensazione di essere vicini a qualcosa. Anche senza quei campioni di un tempo, anche senza Gonzalez, anche senza stelle. Segno che comunque il livello del calcio italiano si è abbassato verticalmente.
Un sogno che questa squadra si è meritato
Crollato potremmo dire. Se paragoniamo la Fiorentina di oggi a quella di Bati beh, è esattamente come la differenza tra una squadra che lotta per lo scudetto e una che lotta per la salvezza. Ma chi se ne importa, in fondo nel calcio contano i risultati e stasera la Fiorentina ha tutte le chance per arrivare in finale. Per tre giorni non si parlerà di mercato, ma di un sogno che questa squadra si è meritato, forse ancor di più di quella di un tempo, perché meno forte, meno tecnica, meno tutto. Ma con un condottiero, Italiano, che sta riuscendo in un mezzo miracolo calcistico che ci ha portato fino a qui. E chissà che…