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Non sono passate neanche ventiquattro ore dall’apertura della vendita degli abbonamenti e le polemiche già fioccano. Il costo che aumenta, i cambi di titolarità limitati, il 50% in caso di cessione. Ognuno ha la propria motivazione per lamentarsi, altrimenti non saremmo fiorentini. Però, tra una critica è l’altra, è giusto fermarsi ad analizzare. Nel calcio, così come nella vita, contano i numeri più che le parole. 

Verba Volant. La grande novità, percepita da molti, è stata quella della doppia versione di abbonamento. Quello easy e quello pro. In sostanza il grande cambiamento tra le due tipologie sta nel fatto che, con quello più costoso, il tifoso avrà come benefit la prima prelazione su eventi in capienza limitata e su partite di altre competizioni. In più c’è anche la possibilità di cedere la titolarità dell’abbonamento fino a cinque volte, tranne in sei big match, e l’ottenere il 50% del biglietto in caso di cessione del titolo sul sito VivaTicket. Ovviamente, si accumulerà credito da spendere su eventi legati alla Fiorentina e non si otterrà indietro dei soldi fisici.

Numeri Manent. Il rincaro c’è stato, era inevitabile. Tra i buoni risultati della stagione scorsa, l’inizio (speriamo) dei lavori di ristrutturazione e i costi di gestione dello stadio, l’aumento è derivato dal calcio che cambia. Ma appunto è un mondo del pallone sempre per più ricchi, anche a Firenze. Perché se l’abbonamento in prelazione per la Curva Fiesole varia tra i 263 ai 297 euro nelle due versioni easy e pro, quello fatto ex novo è una esagerazione.

Nel caso dei già abbonati, il costo massimo (versione pro, ndr) è di circa 14,85 euro a partita. Niente di più che qualche partita di Serie D. Nel caso dei nuovi tifosi, invece, la tessera varia dai 330 ai 364 euro, con il costo che sale a 18,20 euro a gara nel caso della formula più costosa. 364 euro in Curva Fiesole sono una esagerazione se si cerca di avvicinare ancora più persone alla squadra. Basti pensare che l’Inter, finalista di Champions League, ha due soluzioni da 325 in Curva Nord (Secondo anello, ndr) e 225 al terzo anello. La società nerazzurra è l’unica a permettere la cessione del titolo per ogni gara.

Infatti, se a Firenze in molti si stanno lamentando del discorso dei cambi di titolarità limitati, il mal comune è mezzo gaudio. La Fiorentina si è semplicemente ispirata a ciò che succede in questo calcio sempre più per persone abbienti. In Tribuna Sud all’Allianz Stadium, con l’abbonamento full, il “gobbo” può cambiare nominativo in maniera illimitata selezionando quattro riserve. Con quello “base” invece il cambio titolarità bianconero è limitato a sei gare, con due riserve da indicare. 

Quello che si avvicina di più al metodo utilizzato dai viola è ciò che ha utilizzato la Roma di Friedkin, capace di sfondare quota 40mila tessere l’anno scorso. Doppia formula, classic e plus, con massimo tre cambi possibili e con l’aggiunta nella versione più costosa della vendita del tagliando col 50% di rimborso sul sito di ticketing.

E’ il calcio moderno, baby. I prezzi sono lievitati ovunque tra le grandi d’Europa, tranne che a Torino. Ma all’Allianz erano talmente alti, che comunque sia sono prezzi che prediligono il tifoso popcorn con in alternativa il seggiolino vuoto. 559 euro, quasi 30 euro a partita. In Curva Sud del Milan, secondo Blu, l’abbonamento è di 430 Euro (con cambio titolarità illimitato) mentre nella Sud di Roma, con tanto di pista d’atletica per gradire, si va dalla fascia 269 (Classica) ai 325 del plus per le prelazioni fino ai 374 per i nuovi tifosi che vogliono abbonarsi. Sponda Lazio, la Nord viene 295. 

Ma quindi, perché? Viste e analizzate le principali sei piazze a livello numerico di tifosi e i comportamenti delle società durante la campagna abbonamenti, escluso il Napoli perché De Laurentiis fa un campionato a parte anche su questo, c’è da chiedersi perché. La risposta è che si preferisce sempre di più uno stadio-teatro, con tifosi seduti e ben addomesticati. Peccato poi però che le strutture del Belpaese non siano come quelle inglesi, per esempio. E che 325 euro al secondo anello di San Siro, hanno una valenza diversa di 364 in Curva Fiesole. Poi che uno sia innamorato di quei gradoni, che l’acqua ogni tanto ci piaccia e che la multa è messa in conto, è un altro discorso. 

Il riassunto di queste ore di ferventi polemiche sta tutta nel trovare del buono, perché il peggio può ancora arrivare per chi frequenta lo stadio e non solo a Firenze. Gli stadi di proprietà fanno schizzare i prezzi, immaginiamoci poi con dei lavori o con lo stadio a sedicimila posti. Quindi sì, non poter dare il biglietto a un amico o ad un parente quando si è impossibilitati ad andare fa arrabbiare, visto anche un calendario sempre in evoluzione. Ma piano piano tutti si stanno uniformando e quindi, meno male che c’è la rivendita, almeno qualcosa in tasca può rimanerci. La fede non ha prezzo, è vero. Ma ogni tanto vediamola anche noi, come lor signori del calcio.


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