Il muro della burocrazia si abbatte su Commisso e la Fiorentina. E ora che succede?
Sono trascorsi 589 giorni dall’arrivo di Rocco Commisso a Firenze. Il tycoon americano, che era a Milano da giorni, si precipitò subito in riva all’Arno dopo aver acquistato ufficialmente la società viola dalle mani dei Della Valle. Fin dal primo giorno, si è mosso per cercare di capire i margini di manovra per la costruzione di un nuovo stadio. Prima la Mercafir e poi il restyling dell’Artemo Franchi. Nel frattempo, come una sorta di Piano B che oggi però potrebbe tornare fortemente d’attualità, ha opzionato i terreni di Campi Bisenzio: trentasei ettari e mezzo per costruire la nuova casa della Viola. Un’opzione però secondaria rispetto al restyling del Franchi, per cui Rocco ha lavorato per tanto tempo con Nardella. Nel tentativo di capire come e dove poter modificare l’impianto costruito da Nervi.
In suo soccorso, almeno così pareva, era arrivato il DL Semplificazioni, con Matteo Renzi come primo firmatario della proposta. Ma alla fine, anche questo si è rivelato insufficiente per abbattere il muro invalicabile della burocrazia: in giornata, il MiBact ha comunicato alla Fiorentina le parti da non toccare. Pensilina, torre di Maratona, anello strutturale e scale elicoidali sono state individuate come elementi “testimoniali” ed è quindi necessaria la loro conservazione. Una lettera che ha fatto imbufalire Commisso, che tramite un comunicato ha detto chiaramente che “il tema Franchi è chiuso” (LEGGI QUI). Non ci sono le condizioni richieste dal tycoon americano, che da quel punto di vista ha sempre mostrato massima chiarezza. A differenza di qualcun altro.
E ora che succede? L’opzione Campi Bisenzio è sempre a portata di Commisso. Ma quello che stupisce è che in questi 589 giorni non sia stata data un’opzione valida a Rocco per costruire il nuovo stadio. Un investimento che dovrebbe essere sostenuto e appoggiato da tutti: a guadagnarci sarebbe la città tutta, non solo la Fiorentina e i suoi tifosi.
Oltretutto, se non bastasse la vicenda stadio, nel tardo pomeriggio è arrivato un altro boccone amaro per Commisso. Ci sarebbe stato un ricorso al TAR sul centro sportivo della Fiorentina, che sarebbe il più grande d'Italia: una vicenda tutta da verificare, ma che non avrà fatto certamente piacere al tycoon (LEGGI QUI). Che all’arrivo a Firenze si immaginava tutt’altro per i suoi primi anni alla presidenza della Fiorentina, a prescindere dai risultati ottenuti sul campo. Soprattutto, la costruzione di un nuovo stadio in grado di garantire entrate maggiori: invece si è trovato sulla sua strada prima la Soprintendenza, poi i comitati pro-Franchi e infine il MiBact. Dovendosi, alla fine, arrendersi. Nei prossimi giorni capiremo meglio le intenzioni di Commisso: se non dovesse cambiare niente, nei prossimi mesi Rocco potrebbe addirittura arrivare a chiedersi se quell’investimento fatto 589 giorni fa sia stata davvero la cosa giusta.