Un arbitro scozzese che arbitra alla scozzese... Forse un po' troppo. Nel diluvio del Franchi, Beaton si dimentica il giallo in tasca e grazia i greci. Menomale che gli episodi importanti sono netti

Arbitro scozzese per una partita… scozzese. La pioggia ha fatto da padrona ieri sera in Fiorentina-Panathinaikos, ritorno degli ottavi di finale di Conference League. La UEFA aveva affidato il fischietto della gara a John Beaton, scozzese appunto.
Alla fine della fiera le sue decisioni (sbagliate) non incidono sulla gara. Un rigore netto assegnato al Panathinaikos dopo il calcione di Fagioli all'avversario in area di rigore impossibile da non vedere e un doppio giallo estratto nei confronti di Mladenovic, che stava per portarsi a casa la maglia di Pongracic (già strappata nel primo tempo dopo una zuffa) in ripartenza. Probabile che il cartellino sia stato suggerito dall'assistente, visto che è stato estratto dopo diversi secondi dal fallo.
Eppure di cartellini Beaton ne poteva estrarre diversi in più rispetto a quanto fatto. Il Panathinaikos era un continuo fallo per interrompere la trama viola, specialmente nella prima parte di gara, con ripartenze spezzate sul nascere e un cartellino giallo che a momenti sembrava essere sparito. Su tutti la sbracciata di Ounahi su Gudmundsson e la trattenuta di Ingason su Kean. Ma gli episodi sono diversi.
La partita è tesa, le decisioni veramente importanti sono un paio e lui le prende correttamente. Che fosse una partita da dentro o fuori era chiaro dall'atteggiamento delle squadre in campo, ma l'eccessivo nervosismo poteva essere evitato. Rivedibile. Rui Vitoria, allenatore del Pana, in conferenza ha sentenziato: “L'arbitro non è stato all'altezza delle squadre, si è lasciato trascinare della partita e dal pubblico”.