Italiano ha l’aria di chi non riesce ad invertire la rotta, per la prima volta nella sua carriera. Il nervosismo che genera frasi insensate
La musica non cambia. Nemmeno una vittoria bella rotonda e convincente in Europa ha guarito la Fiorentina. In campionato i viola non riescono ad uscire dall’impasse (la parola giusta sarebbe crisi) che la vedono sprofondare in classifica, andando ad accarezzare posizioni sempre più fastidiose. Tanto che, a Verona, sarà decisivo non perdere per non rischiare di essere nuovamente invischiati nei bassifondi, facendo riemergere dal passato quella parolina ‘salvezza’, che ha tenuto compagnia ai gigliati nelle prime due stagioni di gestione Commisso.
Con l’Empoli l’allenatore parla di una squadra che avrebbe meritato di vincere abbondantemente. Beh, diciamo che avrebbe anche potuto perdere, se per un centimetro agli azzurri non fosse stato annullato un gol per fuorigioco. La Fiorentina ha corso, ha lottato, ci ha messo intensità. Ha sprecato come al solito molto, ma ha concesso anche tanto agli avversari. Spesso lunga, spesso sfilacciata. Ormai sono davvero troppe le partite dove la squadra non va. Specialmente in casa, davanti ai propri tifosi, il cammino è veramente impietoso.
Italiano ha l’aria di chi non riesce ad invertire la rotta, per la prima volta nella sua carriera. Eppure la scossa a Braga c’era stata, rimane davvero difficile capire come mai questa squadra non riesca a sfruttare queste occasioni, ad inanellare almeno due-tre risultati decenti consecutivi. C’è grande nervosismo in casa viola, lo si vede dalle facce, lo si legge dalle dichiarazioni, lo si capisce dal battibecco avuto dal direttore generale Barone a fine partita con un tifoso invitato, testualmente, ad "andare a casa". Sorvoleremo, perché il nervosismo alle volte genera frasi insensate, che sicuramente a freddo non si ripeterebbero, soprattutto per rispetto di chi a casa (Firenze) ci sta, e magari ci è anche nato. Di chi tifa e soffre per una squadra, di chi (e ci sta) non è certamente contento di come la Fiorentina sta andando.
Vero, ci sono le Coppe. E tutti ci auguriamo che qualcosa quest’anno sia vinto. Perché soltanto una vittoria finale, oltre a riportare un trofeo a Firenze che manca da troppo tempo, aprirebbe le porte all’Europa. In campionato, già a febbraio, questa strada sembra preclusa. Anzi, c’è da guardarsi alle spalle senza scherzare tanto. Come già sappiamo bene la paura, spesso e volentieri, condiziona le stagioni, e oggi il rischio è proprio questo. I dirigenti, l’allenatore, tutti in questo momento sono messi in discussione. Italiano, come accade da sempre nel calcio, è quello che al momento rischia sicuramente di più. Per qualcuno Verona sarà decisiva anche per lui. Noi, ci auguriamo di no. Ci auguriamo che non venga gettato il bambino con l’acqua sporca, come si dice a Firenze. Con tre punti tanto potrebbe cambiare. Ormai l’obiettivo è soltanto una salvezza tranquilla, aspettando le Coppe. Non è un'impresa impossibile.