Ma ora deve essere sanzionato anche Spalletti. Alfano a FN: "Il codice di giustizia sportiva punisce un allenatore che si comporta in quella maniera"
L'allenatore del Napoli, Luciano Spalletti deve essere sanzionato almeno con una giornata di squalifica e un'ammenda dovrebbe essere comminata anche alla società azzurra per il comportamento tenuto dal proprio tesserato dopo la partita con la Fiorentina. Non lo diciamo ovviamente noi, ma il Codice di Giustizia Sportiva.
La premessa è che offendere è sempre sbagliato, ma ciò che fa Spalletti non è giustificabile. Non lo sarebbe stato se fosse successo in un campetto di periferia, figuriamoci davanti ad una platea come quella del Franchi, al termine di una gara di Serie A. Il comportamento di un calciatore, di un dirigente, di un allenatore, deve essere rispettoso e non essere provocatorio, non deve esacerbare gli animi.
A nessuno è permesso di andare a discutere né tantomeno offendere o reagire alle offese del pubblico, poiché questo comportamento è ritenuto dalla giustizia sportiva gravemente scorretto, volto a surriscaldare l'ambiente e non a calmarlo.
Certamente ci sono delle circostanze attenuanti previste dalla giustizia sportiva come "l'avere agito in reazione immediata a comportamento o fatto ingiusto altrui" ma le aggravanti sono sicuramente molto, ma molto più importanti: "avere determinato o concorso a determinare, con l'infrazione, una turbativa violenta dell’ordine pubblico".
L'avvocato Mattia Alfano, esperto di diritto sportivo, sentito da Fiorentinanews.com, sul tema spiega: "Nessuno vuol dire che il tifoso non abbia sbagliato. Quello che non si deve fare è una contestazione che va a ricercare la violenza. Lo scontro verbale è stato acceso e lo scontro verbale si è avvicinato allo scontro fisico".
Poi ha aggiunto: "Certamente il tifoso pagherà per quello che è stato il suo comportamento che è stato sbagliato a prescindere. Però anche i tesserati sportivi hanno regole e regolamentazioni e sono tenuti ad una soglia di sopportazione più elevato rispetto ad un normale cittadino, sia perché le loro condotte possono determinare conseguenze anche gravi, ma soprattutto non ci dobbiamo dimenticare che il tesserato è una persona che è di esempio per gli altri. Per cui, all'offesa non si risponde mai con un'aggressione verbale. Se il calcio deve essere un manifesto di sportività, il comportamento dell'allenatore che reagisce in quella maniera, è un manifesto di un comportamento non corretto. E allora deve essere punito così come prevede il codice di giustizia sportiva". (Ha collaborato Stefano Del Corona)