Sarà anche un ostacolo al campionato, ma la Nazionale resta il sogno di ogni calciatore. E la serata di San Siro non può aver fatto che bene a Kean (e alla Fiorentina)

La sosta per le Nazionali, ormai, è considerata dai più un ostacolo al campionato. Qualcosa di fastidioso, perché i giocatori della tua squadra del cuore potrebbero infortunarsi o perché, semplicemente, si sta due settimane senza Serie A. Sentimento comune anche tra i tifosi della Fiorentina che, peraltro, non hanno mai manifestato particolare simpatia nei confronti dell'Italia.
Il club prima di tutto
Ma lasciando perdere chi si eleva a rivoluzionario del calcio proponendo come soluzione il giocare solo Mondiali ed Europei (e chissà come si stabilirebbero le qualificate, mistero della fede), merita forse spendere due parole su questo tema. E sul fatto che, costantemente, calciatori convocati in Nazionale lascino il ritiro dopo pochi giorni. L'ultimo Mateo Retegui, che resta in dubbio per la gara con la Fiorentina, ma negli anni ci sono stati tanti casi anche più misteriosi rispetto a quello dell'attaccante dell'Atalanta, basti leggere alla voce “giocatori di Roma e Lazio”.
La Nazionale è sempre la Nazionale
Ma proviamo a vederla da un altro punto di vista. Checché se ne dica, vestire la maglia della Nazionale rappresenta il sogno di ogni calciatore e vedere il proprio nome tra i convocati è sempre una grande emozione. Figuriamoci poi partire dal primo minuto con la 9 sulle spalle, a San Siro contro la Germania, come accaduto a Moise Kean.
Un Kean ancora più in fiducia
L'attaccante della Fiorentina si è distinto con il suo atteggiamento, venendo elogiato anche da Spalletti, e i quasi 90 minuti che ha giocato sicuramente avranno costituito per lui un'ulteriore iniezione di fiducia. Da lunedì Palladino riaccoglierà il suo attaccante forse un po' più stanco, ma anche galvanizzato e voglioso di diventare sempre più forte. Incrociando le dita per la gara di domenica a Dortmund, forse la sosta per la Nazionali non è così brutta e cattiva.