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L’uscita dalla Coppa Italia, a un passo dalla finale, è una delusione non da poco. Non essere riusciti a segnare è forse il rimpianto più grande di una sconfitta nata da un errore marchiano del secondo portiere della Fiorentina. L’esperimento Ikonè mezzala/trequartista non ha dato poi i frutti sperati, facendo rimpiangere l’assenza di Castrovilli. Il forfait dell’ultimo minuto di Milenkovic è stata infine quella certezza ulteriore venuta meno prima di affrontare la Juventus. Tante assenze, forse troppe per riuscire nell’impresa. Errori, un altro grave dopo l’autogol dell’andata, e sterilità offensiva hanno condannato i viola di Italiano all’uscita dalla competizione.

Nulla è perduto. Anzi, questa squadra ha dimostrato ancora una volta che può giocarsela con tutti, esprimere le proprie idee sempre e comunque. La filosofia di Vincenzo Italiano non cambierà certo dopo questa sconfitta. La stagione resterà brillante e sorprendente; il futuro ancora più radioso. Le battute d’arresto sono comuni, ma non perdere la propria identità, quello sì che conta. “Nell’ora di sconforto e di vittoria”. L’anima di questa Fiorentina non scomparirà dopo un confronto diretto sciupato da errori individuali. I ragazzi hanno onorato la maglia e giocato le proprie carte, senza timore di nessuno.

Onore, quindi, ai giocatori e a Italiano, il vero artefice di questo percorso di crescita, che non riguarda certo soltanto i suoi ragazzi. Solo in Coppa Italia, la Fiorentina ha fatto fuori Napoli e Atalanta, uscendo a testa alta contro una squadra che per batterla le ha dovuto strappare via il giocatore più forte. Quel Vlahovic che, nonostante qualche gol in meno, non manca al gioco della squadra, forte del suo impianto originario dove il possesso palla e le catene laterali costituiscono la sua essenza. E non è la fine del mondo se a volte manca la verticalità: giocare contro l’“Atletico Madrid italiano” non è affatto simpatico.

La stagione non finisce qui. Ripartirà subito con una sfida delicata per continuare a marciare spediti verso l’Europa. Per consolidare un vantaggio che è stato acquisito soltanto dal merito dei ragazzi di Torino. Nessuno ha regalato il posto che la Fiorentina è tornata a occupare. Certo, la Coppa Italia poteva essere un obiettivo, un’occasione per tornare ad alzare un trofeo, ma la sua eliminazione non comporterà alcun scompenso. Adesso, tutte le energie fisiche e mentali potranno riversarsi sul campionato, dove non è lontano il sogno chiamato Champions League da fregare ai rivali di sempre. Una potenziale vendetta per le due semifinali in cui si è vista solo una squadra in campo, quella che segue fedelmente le idee del suo allenatore. Perché sa quanto vale ed è consapevole che fintanto che ci sarà, potrà sempre stupire.


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