Forse per qualcuno non fa bello dirlo, ma Jovic sta crescendo, trova la posizione giusta e quando subentra ha facilità nel rendersi pericoloso. Vincere qualcosa senza preferenze
Cominciano mercoledì le due settimane del divertimento, del sogno, della lotta per un trofeo. Due finali in due settimane per la Fiorentina, due finali di mercoledì, due finali diverse ma maledettamente simili: da vincere.
A Torino la squadra viola è rimasta viva, bella in palla. Sicuramente un po' stanca, sicuramente con un po' di testa all’Olimpico. Ma giocandosela, arrivando a Roma con un nuovo risultato positivo, che fa comunque morale, anche se la lotta per l’ottavo posto è in salita.
Torna in gol Jovic, ed è un gol meritato. Che aveva sfiorato più volte anche in Conference. Forse non fa bello dirlo, ma questo ragazzo sta crescendo. E’ freddo, trova la posizione giusta, quando subentra ha facilità nel rendersi pericoloso. In queste due finali, giocatori come lui, possono servire come il pane, possono esaltarsi, possono trovare risorse insperate.
Contro l’Inter servirà la partita perfetta, ma soprattutto occorrerà non commettere quegli errori difensivi che anche a Torino hanno limitato la prestazione e il risultato. Igor in questo momento è in affanno, è a corto di concentrazione, è a tratti perfino pericoloso per la sua squadra. Vedremo quali saranno le scelte di Italiano, ma in questo momento della stagione i test fisici, la qualità tecnica, avranno la meglio. Bonaventura, Castrovilli, Gonzalez, Amrabat, serviranno soprattutto loro da centrocampo in su per provare a mettere in crisi una squadra che, in campionato, ha sofferto spesso e volentieri i viola. Certo, occorrerà una Fiorentina spregiudicata ma anche attenta, una squadra corta capace di pungere in contropiede in quelle occasioni che comunque la formazione di Inzaghi lascerà.
La carica dei tifosi proverà a fare il resto. Quasi 30 mila cuori viola che invaderanno l’Olimpico sperando in un successo che manca da troppi anni. Anche perché a Praga, a causa dei pochi biglietti, non tutti potranno esserci. E allora al momento diventa Roma la vera finale, quella dove tutti cercheranno di esserci, dove sognare una impresa contro la finalista di Champions è l’unica cosa che conta. Adesso che ci siamo, vincere qualcosa sarebbe troppo bello, senza preferenze. Magari partendo già dalla Capitale.