La classe non è acqua e Saponara: quando le magie col pallone non si possono insegnare, ma invecchiano come un buon vino. Che ne dite allora di un bicchiere di rinnovo?
Dopo l’ottima stagione passata a La Spezia l’anno scorso, Riccardo Saponara ha deciso di tornare alla base. Alla Fiorentina che ha ingaggiato proprio il tecnico con cui aveva fatto molto bene nel Golfo dei Poeti. Con l’allenatore che aveva creduto in lui e riportato alla luce le sue doti innate, quelle che spesso hanno illuminato il Franchi e lasciato a bocca aperta -o a gambe aperte, visto l’incedibile numero di tunnel che fa- gli avversari. Nonostante l’arrivo a gennaio di Ikonè, l’impiego numerico dell’ex Empoli non è calato. Anzi, ultimamente ha trovato persino più spazio del giovane in rampa di lancio Sottil.
Questo perché la classe del n°8 viola è indiscutibile. Adesso che ha raggiunto la maturità calcistica (e forse anche quella individuale) Saponara è un patrimonio per questa squadra. È quell’elemento di esperienza che mixa insieme una dose di talento innato. I doppi passi, le finte, i dribbling, i tunnel, i tiri a fil di palo: la crescita (o rinascita) dell’ex Empoli non si può fare a meno di notare. Il suo contributo alla causa è stato costante ed è arrivato nei momenti di necessità. Come il bellissimo gol per sbloccare la trasferta di Genova o la perla al sette che ha tolto le ragnatele alla porta nel successo casalingo contro la capolista. In 27 presenze stagionali, Saponara ha portato 2 gol e 4 assist. Roba non da poco considerate le pochissime volte in cui è partito dall’inizio. Che sia a gara in corso o dal 1’, però, il suo apporto non si è mai fatto mancare. Così come il suo impegno, stabile, non scontato per un giocatore che sa di partire ultimo nelle gerarchie. Posizioni che tuttavia ha scalato con facilità: vuoi per gli acciacchi di Gonzalez, vuoi per le difficoltà di inserimento di Ikonè o ancora per l’incostanza di Sottil.
Come un vecchio vino, Ricky Saponara è migliorato col tempo. Alla sua prima esperienza a Firenze non riusciva a esprimersi come forse avrebbe voluto, ingabbiato in quelle stesse sue doti che talvolta rischiano di imprigionarlo in sé stesso. Ma le magie palla al piede, con le quali riesce a far gridare “oooh” i tifosi ogni volta, sono il biglietto da pagare per una sana dose di classe e qualità che non sempre pervengono in un campionato sciapo come la Serie A. Per questi e altri motivi, la società dovrebbe proporre il rinnovo a Saponara, il cui contratto scade in questo giugno e all’orizzonte si stanno già scorgendo gli interessi di varie squadre. Una su tutte la Lazio di Maurizio Sarri, l’allenatore che sempre in terra toscana aveva già goduto, come nessun’altro, delle prodezze del fantasista romagnolo.