Il brodino di Palladino: il tecnico esplora la terza via ma la Fiorentina resta povera di idee. Quell'adorazione inspiegabile per la fase di distruzione che penalizza Fagioli
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In un momento così, da due delle peggiori interpreti della Serie A in questa precisa fase come Fiorentina e Lecce, era difficile aspettarsi molto di più che un brodino. Un brodino insipido, noioso, in cui l'unica novità è stata il ritorno di difesa e centrocampo a tre: se non altro la follia della coppia in mediana è stata deposta, almeno per una notte.
Il 3-5-2 è un qualcosa che non si era ancora visto e rappresenta la terza svolta tattica cercata da Palladino, un tecnico che al nono mese stagionale non ha ancora trovato la strada maestra. Di sicuro il suo calcio non si baserà mai su spettacolo e aggressività ma più sulla distruzione e la speculazione. Fasi per le quali il tecnico campano sembra aver proprio una predilezione, se è vero che dopo un mese dal suo arrivo Fagioli, fiore all'occhiello della campagna invernale, non è ancora un titolare fisso. A Palladino piace più il lavoro oscuro, a tratti oscurissimo, di Mandragora, così come sarà piaciuta la ‘legna’ messa in campo dal macchinoso Ndour.
Poi certo, con i rientri di Adli, Gudmundsson e Kean qualcosa di meglio lo si potrà anche vedere; lo stesso Fagioli lo spazio se lo prenderà ma l'imprinting di base del tecnico gigliato è sempre rimasto e rimarrà ormai lo stesso, basato unicamente sulle individualità. E speriamo che Kean torni presto, dato che pare l'unica medicina possibile.