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Gudmundsson
Albert Gudmundsson. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Ai tempi di Ranieri c'era il tormentone sui cambi di Rui Costa, oggi la dinamica vale con le dovute proporzioni per Gudmundsson e Palladino. Una delle sostituzioni quasi automatiche intorno all'ora di gioco è quella dell'islandese, diventato finalmente protagonista ma quasi mai per 90 minuti. Il tecnico apprezza anche Beltran, per le sue doti tattiche, per il raccordo col centrocampo e una gamma un po' più variegata di giocate.

Il problema è che l'argentino col 9 che ha sulle spalle c'entra poco, così come c'entra poco anche con la porta avversaria (lo si è visto in occasione del tiro morbido davanti a Maignan). Tutto un altro film rispetto al destro da killer di Gud, mortifero negli ultimi venti metri di campo: ieri un gol al 50% con Thiaw e un altro sfiorato. Poi vero è che il 10 viola sembra quasi astrarsi dalla partita in alcune fasi ma è un po' nella natura degli estrosi, pronti però ad accendersi in un lampo anche in situazioni apparentemente innocue. Per questo privarsi del suo talento è sempre un rischio, che però Palladino corre con una certe frequenza e che nell'anarchia totale di ieri avrebbe forse potuto generare emozioni diverse nel finale.

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