Palladino prova a imitare Ranieri con Gudmundsson: un sacrificio piuttosto regolare del talento del numero 10. Beltran tuttofare ma sempre troppo morbido

Ai tempi di Ranieri c'era il tormentone sui cambi di Rui Costa, oggi la dinamica vale con le dovute proporzioni per Gudmundsson e Palladino. Una delle sostituzioni quasi automatiche intorno all'ora di gioco è quella dell'islandese, diventato finalmente protagonista ma quasi mai per 90 minuti. Il tecnico apprezza anche Beltran, per le sue doti tattiche, per il raccordo col centrocampo e una gamma un po' più variegata di giocate.
Il problema è che l'argentino col 9 che ha sulle spalle c'entra poco, così come c'entra poco anche con la porta avversaria (lo si è visto in occasione del tiro morbido davanti a Maignan). Tutto un altro film rispetto al destro da killer di Gud, mortifero negli ultimi venti metri di campo: ieri un gol al 50% con Thiaw e un altro sfiorato. Poi vero è che il 10 viola sembra quasi astrarsi dalla partita in alcune fasi ma è un po' nella natura degli estrosi, pronti però ad accendersi in un lampo anche in situazioni apparentemente innocue. Per questo privarsi del suo talento è sempre un rischio, che però Palladino corre con una certe frequenza e che nell'anarchia totale di ieri avrebbe forse potuto generare emozioni diverse nel finale.