Chiamatela ultima spiaggia, chiamatela salvagente... ma rimane la Conference League. E anche se fosse il torneino provinciale (e non ci va lontano), la Fiorentina non può assolutamente sbagliare

Chiamatela ultima spiaggia, chiamatela salvagente. Chiamatela un po' come volete, ma Fiorentina-Panathinaikos sarà per tanti versi l'ultima chiamata per la squadra di Palladino nel suo periodo più nero della stagione. La viola è chiamata all'obbligatoria rimonta contro i greci per strappare il pass per i quarti di finale di Conference League.
Tre mesi di tracollo
Un obbligo dato da diversi fattori: il modesto avversario, la crisi viola, il necessario riscatto che tutta la piazza si aspetta da un gruppo creato per tutt'altro tipo di risultati. In tre mesi di campionato la Fiorentina di Palladino è passata dal secondo posto all'ottavo, raccimolando appena 11 punti in 13 partite. Un tracollo che fa male, perché la stagione viola sembrava aver preso una piega di tutt'altro spessore rispetto a quello che ci troviamo a commentare a 10 giornate dal termine. E il tanto decantato sesto posto se n'è andato lontano a 5 punti in men che non si dica.
Serve la svolta obbligatoria
Dicevamo: la Conference League. L'uscita di scena contro il Panathinaikos non è nemmeno da preventivare, nonostante la Fiorentina si trovi ad affrontare il ritorno sotto 3-2 nel computo totale dei gol nel confronto. Serve una segnale di svolta, anche sporco, in un momento che dice 5 sconfitte nelle ultime 6 gare giocate.
Scenari
Palladino deve salvare in primis la panchina, in secundis il suo progetto. Approdare ai quarti, per quanto ormai a Firenze ci sia la nausea da Conference, vorrebbe dire tenere vivo un obiettivo stagionale. Seppur ormai non troppo esaltante, ma tant'è. La Fiorentina e Palladino affrontano il primo vero esame della stagione. Passare per tenere vivo un fuocherello ad ora troppo timido. Bocciare per spegnerlo definitivamente.