“Firenze può e deve essere della partita degli Europei di calcio, ma non dobbiamo trascurare il fattore tempo. Perché il 2032 è domani”. Parole pronunciate a La Nazione dall'architetto, Marco Casamonti, che ha già realizzato lo stadio di Udine e quello di Tirana, oltre ad aver progettato il Viola Park. 

Per Casamonti il capoluogo toscano deve saper cogliere questa “straordinaria occasione, per fare uno scatto verso la modernità come altre città hanno saputo fare sulla spinta di grandi eventi. Ne cito alcune: Barcellona con le Olimpiadi, Genova con le Colombiadi, Milano con l’Expo. Come devono essere gli stadi moderni? Sempre più ibridi, pensati non solo per giocare le partite una volta la settimana, ma per essere vissuti tutto l’anno, multifunzionali e flessibili. Quindi, meglio se sono in centro e non in periferia come si credeva una volta".

Su quest'ultimo punto aggiunge: “Ora è un vantaggio, perché al Campo di Marte puoi realizzare una struttura più in linea con le esigenze di oggi. Senza contare che ristrutturando un vecchio stadio, da un punto di vista ambientale si risparmiano almeno 15 ettari di terreno. Mi preoccupa soprattutto il fattore tempo. Lo sa qual è la media di un’opera pubblica in Italia? Quindici anni, contro i cinque-sei dell’estero. Se non cambiamo qualcosa siamo già in ritardo per il 2032”.

Non sarà possibile però ristrutturare il Franchi e farci giocare all'interno la Fiorentina. E questo per due motivi: “Perché ci vuole troppo più tempo e troppi più soldi. Tecnicamente non sarebbe un problema: chiudi un settore, rinunci a un quarto del pubblico, ma lo stadio funziona. Rocco Commisso voleva fare così” conclude Casamonti. 

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