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Quando a scuola entrava il professore, solitamente ci si alzava. Ieri a Salerno è entrato in campo Giacomo Bonaventura e ci ha messo 11 minuti a servire a Ikoné un assist da alzarsi in piedi e battere anche le mani. Chiamasi: giocatore di pallone.

Il centrocampista della Fiorentina è tornato a disposizione dopo l'infortunio muscolare all’adduttore destro rimediato nella gara di ritorno al Franchi contro il Lech Poznan ed è stato subito decisivo ad aiutare la squadra viola a riagguantare per la seconda volta lo svantaggio in casa della Salernitana. Subentrato a Castrovilli al 60' della gara, Bonaventura ha dato man forte a un Barak spento, che sta faticando un po' nelle ultime apparizioni.

Tolta la bella parentesi doriana, è stata anche la Fiorentina a fare più fatica in fase di costruzione senza un uomo di riferimento come l'ex Atalanta e Milan, che ha caratteristiche e una visione di gioco ampiamente diversi da qualsiasi altro giocatore presente nella rosa viola. L'età dice 33, i numeri dicono 42 partite stagionali con 5 gol e sei assist. Ma dietro le statistiche c'è l'intelligenza calcistica rara che stupisce ancora, quantità e qualità al servizio di Italiano. Servirà come il pane in vista di un finale di stagione al cardiopalmo.

La carriera gli ha regalato soltanto una Supercoppa Italiana vinta con il Milan. Chissà che non sia la sua avventura alla Fiorentina a dargli il suo secondo trofeo. Se lo meriterebbe eccome.

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