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Ce la ricordiamo come se fosse ieri la frase di Diego Della Valle, riferita a Cesare Prandelli: era il marzo del 2010, a eliminazione dalla Champions da poco acquisita e con un ciclo che volgeva ormai al termine. Il tecnico di Orzinuovi veniva accostato alla Juventus e la società viola pretendeva che uscisse allo scoperto: una tattica per cavarsi d'impaccio da una separazione che avrebbe fatto storcere il naso a molti a Firenze. Una strategia utilizzata anche in seguito, quella di far passare il calciatore/allenatore di turno come capro espiatorio per giustificare una cessione o un addio in generale. Prandelli per la cronaca, con la Juve ci aveva anche parlato se pur, come ha specificato lui, dopo il via libera da parte della stessa Fiorentina: alla fine ci pensò la Figc a "risolvere" il problema, scegliendolo come nuovo ct.

Qualcuno ha provato a mutare quella frase di DDV in "Chiesa dica che non andrà alla Juventus": stavolta però la sensazione è che si parli davvero di responsabilità gravante sul calciatore, dal quale non sono giunti segnali di alcun tipo. Il patron Commisso l'ha ribadito anche nelle ultime ore: Chiesa non si vende e non sarà un Baggio bis. Attendiamo la controprova dei fatti naturalmente ma diamo fiducia al nuovo proprietario viola. E stavolta la sensazione è che sì, se Chiesa vuole andare alla Juve sarà proprio lui a doverlo dire.


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