"La Fiorentina quasi affoga contro il piccolo Celje, ma sale sull'arca di Kean. Andamento ingiustificabile. Viola con scarsa personalità e tante lacune. E contro il Betis così non basterà"

La Gazzetta dello Sport analizza la gara di ieri sera tra Fiorentina e Celje, finita 2-2 con il passaggio del turno dei viola grazie al 2-1 dell'andata. Ma i dubbi sulla squadra di Palladino sono ancora tanti, nonostante la semifinale raggiunta. Scrive la rosea: “Sotto il diluvio e quasi affogata nelle sue incomprensibili paure, la Fiorentina si salva salendo sull'arca di Moise. Un grande gol di Kean consente ai viola di pareggiare il ritorno con il Celje e di approdare alle semifinali di Conference League. Come già accaduto all'andata, la squadra di Palladino ha mostrato troppe pause e una scarsissima personalità. Contro avversari davvero modesti, la gara e la qualificazione sembravano archiviati all'intervallo grazie al gol di Mandragora. E invece la ripresa è stata un incubo: errori, distrazioni e incapacità di svolgere bene le due fasi. La prodezza individuale di Kean, bravissimo nel tiro a giro che ha risolto la questione, maschera lacune di origine tattica, tecnica e caratteriale".
E in semifinale ora arriva il Real Betis: “Contro il Betis, prossimo avversario, l'asticella si alza sensibilmente. Di sicuro quello che sta mostrando la squadra di Palladino in questo periodo non basterà per eliminare gli spagnoli. Serviranno un'intensità maggiore, una circolazione di palla più veloce qualche idea migliore in fase di costruzione, ma soprattutto la capacità di leggere i momenti della partita e controllarla quando possibile. La Fiorentina ne sembra incapace: non intuisce i rischi, non li previene e si lascia travolgere dagli episodi che ne intaccano il morale. Ritrovarsi in parità contro il Celje dopo 155 minuti (i 90 dell'andata e i primi 65 di ieri) non è giustificabile. Nel momento in cui si festeggia legittimamente un traguardo importante, va sottolineato che il lungo cammino europeo evidenzia la necessità di una crescita esponenziale se si vuole giocare la terza finale consecutiva in Conference”.
Un finale da paura al Franchi: “In qualche modo la Fiorentina resiste, ma sorprende, negativamente la difficoltà di controllare rivali così deboli. Non si muove quasi nessuno, vogliono tutti la palla sui piedi e ogni giocata diventa difficile. Il possesso può essere un dato sterile, ma qualcosa dice: il 24,1 % dei viola nella ripresa è inquietante perché racconta l'incapacità di controllare la partita contro un avversario inferiore. È come se la Fiorentina non volesse il pallone perché non saprebbe cosa farne. Lasciarlo al Celje ha causato danni marginali, lasciarlo al Betis potrebbe essere fatale”.