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Juventus-Fiorentina, minuto 63: Thiago Motta, sul vantaggio per 2-1, prova a chiudere la partita inserendo Kenan Yildiz (fresco vincitore di Golden Boy Web, come votato dai tifosi) e Andrea Cambiaso, che pur se di rientro da un infortunio, ha dimostrato di essere uno dei migliori terzini sinistri del campionato. Le contromosse di Palladino: Richardson e Ikonè (oltre ad un Gosens non brillante). Scelte eloquenti, che tanto “scelte” non sono: è un dato di fatto che l'assenza di Bove sia andata a minare una rosa già scevra di giocatori di livello, delineando ulteriormente il bisogno di porre rimedio a queste lacune nel mercato invernale.

Spesso, chi si impone a livelli alti può contare quasi su due rose di titolari: nell'era delle due partite a settimana e dei cinque cambi, è impensabile avere solo 11 giocatori di livello adeguato, vista la necessità di dover fare rotazioni ad ogni momento dato. Un ottimo esempio di rosa “profonda” è quella dell'Atalanta: contro la Lazio, pur non avendo Retegui a disposizione, Gasperini si è goduto il lusso di poter mettere in campo, nel secondo tempo, 5 sostituti di assoluto livello: Kossounou, prelevato dal Bayer Leverkusen, reduce da una stagione da imbattuti se non per quella sconfitta proprio contro l'Atalanta in finale di Europa League; insieme all'ivoriano, sono entrati in campo Cuadrado (migliore in campo per gli orobici nel secondo tempo), Samardzic (20mln per il riscatto), Zaniolo e Brescianini, due giocatori su cui anche la Fiorentina si era interessata, ma che hanno sposato poi il progetto dei bergamaschi.

Naturalmente è impossibile paragonare la rosa e gli obiettivi di Fiorentina e Atalanta, e la classifica rispecchia perfettamente questo divario mostrato, ma non è accettabile nemmeno che le due squadre siano agli antipodi per quanto riguarda le opzioni dalla panchina. Una squadra che vuole puntare l'accesso alla Champions League ha bisogno di riserve pronte, che spacchino la partita quando vengono chiamati in causa e che si facciano valere nelle partite dove serve fare turn-over. La Fiorentina, invece, ha gravi carenze:

  • La difesa: il reparto più folto, dove Palladino sembra aver trovato la sua quadra schierando Ranieri e Comuzzo. Con Quarta che ha un piede già in Argentina ed un Valentini che, nella migliore delle ipotesi, sarà adatto a giocare tra non meno di uno o due mesi, i due centrali di riserva rimangono Pongracic e Moreno. Il primo, dopo un inizio disastroso, ha completamente perso di vista il campo anche a causa di alcuni fastidi fisici; il secondo, nelle poche occasioni in cui è stato chiamato in causa, non ha particolarmente brillato.
  • Il centrocampo: contando sia la mediana, sia la trequarti, è questo il reparto più scarno. Le riserve di Cataldi e Adli, che non spiccano per integrità fisica e che quindi hanno bisogno di riposo, sono Mandragora e Richardson, col secondo che ancora fatica ad entrare nei meccanismi richiesti da Palladino. Sulla trequarti, invece, manca proprio il personale: in un'ipotetica formazione che vede Sottil, Gudmundsson e Colpani titolari, per le riserve effettive di ruolo restano solo Beltran e Ikonè, due per tre posti.
  • L'attacco: la questione del tanto agognato vice-Kean tiene ancora banco: attualmente la sua riserva è Kouamè, ma una squadra che ha degli obiettivi seri sa benissimo che deve puntare a qualcosa di più.

Il mercato invernale deve quindi tenere assolutamente conto di queste lacune gravi, al contempo cercando di non rompere quell'equilibrio che i ragazzi hanno trovato. Folorunsho e Luiz Henrique andrebbero a colmare le due posizioni più critiche, rimpolpando la rosa dove è più “secca”: bisognerà però attendere gennaio per saperne di più. Parola d'ordine: profondità.

 


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