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Sono bastate poche parole da parte di Vittorio Cecchi Gori, tornato oggi a Firenze perché impegnato nella registrazione di un documentario, per riaccendere la nostalgia di molti tifosi viola. Un terreno fertile quello trovato da VCG, reso tale dalle ultime malinconiche stagioni della Fiorentina, compresa l'attuale dove oltre ai risultati è mancato spesso e volentieri anche un minimo di spettacolo sul rettangolo verde. Lasciando da parte paragoni insensati e faticosi tra la presidenza di allora e quella attuale, con un calcio cambiato fin troppo e una competizione resa sempre più dura ai vertici, una cosa però la possiamo sottolineare. Forse l'affermazione più significativa tra quelle lasciate da Cecchi Gori: "Oltre al portafoglio ci mettevo il cuore, due elementi indispensabili". Di portafogli i fratelli marchigiani ne hanno usato eccome in questi anni, ribadendo pur sempre la loro fede nella sostenibilità economica, messa avanti a qualunque altro interesse, spesso anche sportivo. E' un po' questo il riassunto di parte del malcontento ambientale, ciò che viene imputato ai Della Valle: un'eccessiva "robottizzazione" dei rapporti, una gestione troppo sbilanciata sul fronte razionale rispetto a quello romantico. Chiaro che poi, dal romanticismo sarebbe opportuno non sfociare nel crack finanziario, come accaduto all'imprenditore romano, ma forse una via di mezzo la si poteva/può trovare.


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