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Aldo Agroppi, alla guida della Fiorentina, visse una partita a porte chiuse, nella sfortunatissima stagione 1992/93: si giocò contro il Cagliari, per di più sul neutro di Verona. L'ex tecnico della squadra viola a Fiorentinanews.com ha detto la sua sul caos che sta avvolgendo il calcio italiano, tra porte chiuse o meno: "La Serie A è diventata una farsa, peccato perché sul più bello si vengono a fermare le partite più importanti. Juventus-Inter, una partita da 80.000 spettatori, da guardare con gli spalti vuoti sarebbe stata una pena. Ora l’hanno rimandata ma resta un campionato a singhiozzo ormai".

Si parla di una certe pressione della Juve sulla decisione definitiva...
"Chi deve decidere, come decide fa male, c’è chi dice che è pericoloso, chi dice che non è vero. Ormai tanto le decisioni sono stati prese, hanno penalizzato il campionato perché si perde il momento più importante, con gli scontri diretti. Giocarla a porte chiuse, sarebbe stato uno svantaggio per la Juve ovviamente. Marotta è stato molto signorile nell'esprimersi però voleva dire altre cose, avrebbe voluto giocare".

E la gestione da parte della Lega Calcio?
"E’ un campionato falsato, non ci sono dubbi, ma ormai così è stato deciso. Potevano comunicarlo prima che non si sarebbe giocato, fin dall’inizio invece avevano dato per scontato che si giocasse, anche se a porte chiuse. Si tratta anche di un fatto economico, di incassi, di tv collegate da tutto il mondo, in tanti non avrebbero apprezzato uno scenario vuoto".

E quando allenò la Fiorentina nel silenzio?
"Allenavo la Fiorentina e vincemmo per 2-1 in rimonta contro il Cagliari, a Verona. Fu una giornata di calcio piatto. Si sentivano le voci dei calciatori quando si offendevano, si sentiva rimbombare tutto. È un calcio asfittico, che non ha senso. Il tifo è la parte più bella del calcio, con la cornice di pubblico è un calcio vero, così invece è ovattato".

Le parole dure di Liverani sugli interessi del calcio?
"Liverani conta quanto me nel calcio, è bravo come allenatore e farà strada, ma tanto parlare o stare zitti è uguale. Tanto a decidere sono la Federazione e i politici, come in tutti i campi della vita ci sono società che hanno più peso e comandano. Una partita di quel genere, per l’appunto cade in quel periodo è uno sgarbo al calcio".

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