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Vincenzo Montella e la Fiorentina parte seconda. Con il match contro il Bologna è ripartita l'avventura del tecnico campano con il club viola, un'avventura però che non poteva però essere come la prima volta.

Il perché è semplice da spiegare e va ricercato negli interpreti. Pezzella è un bravissimo difensore, ma non è Gonzalo Rodriguez, ovvero uno che sapeva, da centrale nella difesa a tre, anche saper impostare la manovra e riusciva a trovare i propri compagni anche con lanci di 40-50 metri. E poi Dabo, Veretout e Gerson non sono paragonabili ad Aquilani, Pizarro e Borja Valero, gente che dava del tu al pallone e che sapeva far girare a meraviglia la squadra. Con quei giocatori era più semplice per Montella proporre quel tipo di gioco che a lui piace, un calcio ragionato e spettacolare allo stesso tempo, che preveda un grande possesso palla e diverse soluzioni offensive.

E fino alla prossima stagione non possiamo aspettarci molto di più rispetto a quanto visto con il Bologna, perché vi sono delle carenze, delle lacune che solo il mercato può colmare in questa Fiorentina e perché il tempo a disposizione di Montella non è molto per cambiare lo stato attuale delle cose. E' chiaro, la squadra lavorerà ancora, cercherà di acquisire meccanismi che per il momento non ci sono, ma chi sperava in un cambio netto di panorama dopo il passaggio da Pioli a Montella, è destinato a rimanere non propriamente soddisfatto.

Qualora avvenisse il contrario, ovviamente non potremmo che essere che contenti, ma indubbiamente ci saremmo trovati davanti ad un autentico miracolo calcistico.

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