Il mito Pogba, la gavetta in Portogallo e le stigmate da predestinato: alla scoperta del nuovo centrocampista della Fiorentina
Brescia, Lisbona, Parigi, Braga, Istanbul. Sono le tappe della carriera di Cher Ndour, 21 anni a luglio, ma già un'indole da vagabondo del calcio. Padre senegalese, madre italiana, ha scelto la nazionale azzurra ma è un "figlio" del mondo: parla infatti tre lingue, italiano, francese, portoghese.
Gavetta in Portogallo
Il Corriere dello Sport commenta le tappe della sua carriera: tre stagioni al Benfica, con cui vince tutto a livello giovanile, diventando il più giovane di sempre a esordire da professionista con la maglia dei campioni di Lisbona (il 2 maggio 2021, a 16 e 279 giorni, anche se nel Benfica B). Nell'estate del 2023 passa al Psg; poi il prestito al Braga e l'ultima esperienza in Turchia. E adesso, ritorna in Italia più strutturato fisicamente, evoluto nel ruolo (era partito come centravanti, poi trequartista, ora mediano), con quasi cento partite tra i professionisti e colonna dell'Under 21.
Il suo mito? Un grande “ex” Juve
E' cresciuto nel mito di Pogba, un calciatore che, nelle movenze, lo ricorda, anche se il classe 2004 sembra meno esplosivo e con un minor numero di gol nelle gambe (7 in 88 gare). Ndour ha un sogno: giocare i Mondiali 2026 con l'Italia. Missione che riparte da Firenze: per la prima volta, giocherà in Serie A.