Giorgetti: "Kean non può essere l'unico attaccante che arriverà, serve un centravanti. Gli esterni dovranno ricollocarsi nel nuovo modulo"
Questo pomeriggio il giornalista de La Nazione Angelo Giorgetti, durante un collegamento con Radio Bruno, ha avuto modo di commentare gli ultimi movimenti di mercato della Fiorentina. Di seguito un estratto delle sue parole:
"Se Kean arriva al posto di Nzola può è una mossa che ha un senso, al contrario affidare a lui il compito di rappresentare l’attaccante che fa la differenza credo sia un azzardo. E credo che la Fiorentina adesso non ha assolutamente bisogno di azzardi. La Fiorentina in questi anni non ha alzato i trofei, ma senza dubbio ha comunque alzato l’asticella, almeno a parole. Credo e spero che chi fa il mercato della Fiorentina sia consapevole che non può sbagliare niente. Kean lo inserisco nel reparto delle scommesse, almeno per quello che ha vissuto negli ultimi campionati: se non sbaglio ha messo insieme 11 gol. Siamo di fronte ad un ragazzo che ha il pregio di essere italiano, vorrei una Fiorentina con una colonna dorsale tutta italiana. E’ una cosa vitale all’interno di uno spogliatoio: me lo confido lo stesso Astori in un’intervista di qualche anno fa”.
“Palladino non giocherà con gli esterni, che dovranno ricollocarsi nel nuovo modulo”
Ha anche aggiunto: “In questo momento anche gli esterni presenti in rosa, visto il modulo tattico che verrà adottato da Palladino, dovranno ricollocarsi in campo. Anche Nico Gonzalez dovrà farlo, ma siamo ancora all’inizio e gli sviluppi ci saranno durante la campagna acquisti. Mi preoccupa un po’ giocare con la difesa a tre, perchè ancora mancano diversi protagonisti per poterlo fare: con i giocatori in rosa non può permettersi di giocare un intera stagione a tre”.
"Ormai siamo abituati a trattative sull'asse Juve-Fiorentina: è la quinta operazione dell'era Commisso"
Ha poi commentato l’asse Torino-Firenze: “Ormai siamo abituati: la Fiorentina ha incassato quasi 130 milioni tra Chiesa e Vlahovic, Kean è solo il quinto affare con la Juve nell'era Commisso. Chiaramente questo è un aspetto molto delicato, sopratutto per la tifoseria:, per questo mi auguro che arrivi un interprete robusto che possa prendersi sulle spalle il peso dell'attacco. Zaniolo un altro rischio? Sono convinto che la differenza in questi casi la faccia il club, che riesce ad essere presente, parlare chiaro ed essere presente sui giocatori e fare in modo che certe cose non succedano. La forza di una società si vede da questi dettagli, spero solo che il calciatore sia 'tornato nei suoi cenci'".