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La voce del suo accordo con la Fiorentina arrivò di notte, la stessa in cui Vlahovic era stato venduto alla Juventus. La numero 9 se la prese subito, come segno di forza di un attaccante che in Svizzera aveva fatto parlare di sé. L'esordio ci fu contro la Lazio, in una fredda sera di gennaio che segnava l'inizio dell'era post serba. Un deciso colpo di testa non riuscì a piegare Strakosha alla prima occasione in maglia viola, così come le successive non sono riuscite a farlo entrare nel cuore dei tifosi.

Si può stare sereni, infatti, nel dire che l'avventura di Cabral alla Fiorentina stenta ancora a prendere il volo. Dopo nove mesi. L'eredità era certo pesante, anche se di un giocatore più giovane, ma i soli 3 gol che ha fatto da quando è a Firenze non possono bastare. Soprattutto alla luce dell'acquisto fatto in estate, che, nonostante un avvio tutt'altro che esaltante, ha "già" collezionato due reti. La concorrenza di Jovic non gli manca, con un Kouamè che si è fatto strada anche da posizione defilata.

Stasera Cabral sarà (forse) di nuovo al centro dell'attacco, come la prima volta in cui ha vestito la maglia gigliata. In cerca di riscatto, o meglio, di rete, visto che le sue qualità tecniche non lasciano spazio a interpretazioni tanto diverse. Sassuolo, Napoli e Twente: le sue vittime non sono state nemmeno di livello bassissimo, ma il gol al San Paolo rischia di rimanere l'illuminazione di un tiro della domenica. Italiano e la società gli hanno fatto chiaramente capire che il suo posto da titolare è tutt'altro che assicurato, anche in Conference, dove invece col Basilea aveva trovato spessissimo la rete. Dalla Lazio alla Lazio, nove mesi dopo: Cabral ritrova il suo primo avversario italiano, sperando che stavolta un colpo di testa, più deciso, possa fare centro


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