Le nostre PAGELLE: Cutrone sbuca fuori quando non ci credeva più nessuno. Tra Pulgar e Amrabat c'è uno sport di differenza. Un sorriso da Kouame mentre Sottil...
Dragowski: 6 Due conclusioni nello specchio del Verona. Il gol di Faraoni è imparabile per il polacco. Poi Adjapong gli calcia addosso da dentro l'area.
Milenkovic: 5,5 Si becca un paio di tunnel e non è che ci capisca molto. Al serbo possiamo riconoscere almeno il fatto che un po' di grinta ce la metta. E c'è anche una buona chiusura nel finale su Zaccagni in recupero.
Pezzella: 5 Fuori giri e confuso.
Igor: 5 Poco reattivo, tiene lui in gioco Faraoni sul gol realizzato dal Verona. E purtroppo è un ritardo che pesa.
Lirola: 5 Limitato nella spinta e nella copertura. Così non serve a molto. Vlahovic: SV.
Pulgar: 5 Tra lui e Amrabat purtroppo per il presente della Fiorentina, c'è uno sport di differenza. Mettersi a prendere gli avversari per il collo non serve molto in un campo di calcio.
Castrovilli: 5 Davanti all'irruenza di Amrabat non fa una grande figura. Perlomeno finisce in crescita, prendiamolo come un piccolo segnale di speranza.
Dalbert: 5 A lungo è il primo avversario di se stesso. I primi cross interessanti, tre, comincia a metterli solo negli ultimi minuti.
Sottil: 4 Finalmente per lui, Iachini gli concede la possibilità di giocare dal primo minuto. E lui la spreca in modo francamente inconcepibile. Un minimo d'orgoglio, ragazzo, metticelo. Così non si può. Chiesa: 6 La sua prestazione è tutta nell'assist, molto bello, per il gol di Cutrone. Un briciolo di amor proprio all'interno di 45 minuti in cui è spettatore, o quasi.
Kouame: 6 Poco o nulla nel primo tempo, sennò un po' di confusione. La sua generosità però lo porta a crescere con il passare dei minuti. In mezzo ad un branco di morti, vederlo macinare chilometri come ha fatto lui, riempie gli occhi. E pensare che è anche stato fermo per diversi mesi.
Ribery: 5 In versione anestetizzata anche lui. Invece che spingere la squadra si fa trascinare all'indietro stile gambero. Cutrone: 7 Un gol di capitale importanza segnato quando ormai neanche l'ultimo degli ottimisti non ci credeva più.