Amrabat avanza palla al piede. Foto: Fanfani/Fiorentinanews.com
Amrabat avanza palla al piede. Foto: Fanfani/Fiorentinanews.com

E chi l'avrebbe mai detto in quel gennaio 2020 che dopo quattro anni il centrocampo della Fiorentina si sarebbe basato ancora su Sofyan Amrabat, funambolo del primo Verona di Juric, folgorante a tal punto da convincere un appassionato di calcio come il presidente Commisso a prenderlo a tutti i costi, sborsando ben 20 milioni, più un prestito di sei mesi. Detta così sembra di star parlando di una delle grandi bandiere dei tempi moderni, dove quattro stagioni sono ormai un'infinità di tempo.

E invece la realtà ci racconta di un calciatore che ha di fronte a sé una terza vita in viola, dopo essere stato tatticamente deturpato con Iachini prima e Italiano poi (ma lì, lo ricordiamo, era stato ‘scelto’ al posto di Torreira), con l'unica parentesi felice del Mondiale in Qatar e l'annata tragicomica a Manchester. Il nuovo matrimonio all'orizzonte non è certo frutto di amore reciproco ma solo dell'opportunismo di entrambe le parti: la Fiorentina che non è riuscita a fare cassa e lui che pensava forse di essere inseguito dai top club di mezza Europa.

Tutto pronto quindi per un altro riciclo, l'arte in cui il club viola sta facendo scuola in questi anni, specie nell'impossibilità di arrivare a obiettivi concreti. E allora, chi meglio di Amrabat, per una Fiorentina sempre più green? Colpi di coda dello United permettendo.


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