Una comunicazione diretta e "feroce", movimenti e indicazioni sempre in prima persona. Il ritratto del condottiere Italiano, dopo sette giorni in Val di Fassa
MOENA – Una settimana esatta, dal primo allenamento diretto da Vincenzo Italiano al "Benatti" di Moena. La prima impronta, è da sempre fondamentale. La creazione di un gruppo passa da sempre attraverso la mano del proprio allenatore. Le sensazioni dalla Val di Fassa, è che Vincenzo Italiano abbia una personalità da tutto o niente. O si ama o si odia. E in questo, i viola, dovranno imparare ad “amarlo”.
Nessuna delega a preparatori o assistenti. Italiano si muove sempre in prima persona, e non solo per dare indicazioni ai propri calciatori. Oltre a quelle tattiche da lui guidate, segue con grande partecipazione le esercitazioni tecniche così come quelle fisiche senza distinzioni. Nessuna chiacchierata con qualcuno dello staff a distanza (Montella style) mentre la squadra svolge la seduta.
E il fatto di avvalersi dei preparatori si, ma muoversi continuamente in prima persona, rende Italiano quasi un’unicum nella propria categoria. Oltre che il grande protagonista della prima settimana di ritiro.
Oltre a questo, la comunicazione. La lingua calcistica che Italiano utilizza durante gli allenamenti è terribilmente…diretta. Nessun mezzo silenzio o giri di parole. Il tecnico viola dice ciò che pensa. Sul campo, e probabilmente anche nello spogliatoio.
Un esempio, la piccola “sfuriata” agli attaccanti e in particolar modo, a Riccardo Sottil, al termine della seduta di allenamento di ieri mattina. Finita la partitella a tema tattico, Vincenzo Italiano si è soffermato con i suoi attaccanti per una sessione di tiri in porta. “Perchè dobbiamo andare così piano”, ha esortato il tecnico viola. E poi alcuni “svegliati!” rivolti al figlio d’arte, che con un mezzo sorriso, ha accelerato le proprie azioni.
Metaforicamente parlando, il suo atteggiamento, per il suo modo di essere diretto con i propri calciatori, ricorda molto un semplice allenatore di una squadra dilettantistica. Ma con qualità indiscusse da serie A. Metodi di comunicazione semplici, per un calcio bello, moderno e avvolgente da portare sul campo.
Pochi giochi, calcio tennis e via dicendo nel ritiro di Moena. La maniacalità tattica legata all’intensità è il mantra di Vincenzo Italiano. Le spiegazioni quasi “feroci” ai propri calciatori, ardono di calcio. E ne siamo sicuri: il neo tecnico viola, non vede l’ora di vedere presto, la sua creatura all’opera.
Perché i grandi condottieri sono fatti così. Si muovono in prima linea, ma hanno bisogno di tutto il collettivo, per poter vincere le partite.