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Se non si fosse fatto male in modo pesante per due volte, agli adduttori e al ginocchio, Giacomo Jack Bonaventura sarebbe stato probabilmente uno dei calciatori ancora nel giro della Nazionale. Ci era arrivato con Ventura in panchina nella sfortunata marcia verso Russia 2018, prima di fermarsi per i due suddetti infortuni, e lo aveva fatto anche grazie alla sua dote principale: l'intelligenza tattica, prestata a tanti ruoli sul prato verde. Con le maglie di Atalanta e Milan, lo abbiamo visto da mezzala, esterno, trequartista, seconda punta e perfino da falso nueve, raramente sotto tono o non in grado di dare un contributo alla sua squadra.

Ecco perché la Fiorentina lo ha corteggiato e non ha ancora perso del tutto le speranze di convincerlo, vista la scadenza di contratto a cui andrà incontro a fine stagione, nonostante il Torino sia in vantaggio. Bonaventura compirà 31 anni tra un mese e qualche perplessità dal punto di vista fisico può darla, ma il cartellino gratuito può rappresentare un incentivo non da poco per tentare la scommessa. La sua dote principale è proprio la carenza primaria della squadra viola, che, tolto Ribery, non ha calciatori di altissimo livello in tal senso. La volontà di Pradè, su indicazioni anche della proprietà, è quella di allargare il fronte italiano dello spogliatoio, magari inserendo elementi molto duttili. Come Bonaventura appunto o come Florenzi, altro caso da seguire da vicino anche se non a parametro zero. La sua storia con la Roma sembra davvero finita e se il Valencia, come pare, non lo riscatterà la soluzione Firenze potrebbe davvero diventare intrigante per entrambe le parti.


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