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C'è chi all'addio di Vincenzo Italiano in estate non si è di certo strappato i capelli. All'allenatore di origini siciliane sono sempre stati riconosciuti diversi difetti professionali durante la sua avventura in viola. Ora però, e questo gli va riconosciuto, li sta riducendo con il lavoro a Bologna. In Emilia, infatti, diverse scelte estremamente “coraggiose” prese a Firenze nel corso di molte partite, non le ha portate avanti per sua fortuna.

Adesso il presente a Firenze si chiama Raffaele Palladino e l’attuale allenatore gigliato domenica prossima alle 12,30 - inutile girarci attorno - si gioca la sua panchina. I risultati sono alla fine sovrani sempre, nel bene e nel male, nel calcio così come nella vita. Parliamo di un allenatore che oggi sui social e nei bar divide la tifoseria come la divideva prima Italiano, tra suoi sostenitori da una parte e critici dall’altra.

Palladino: la società lo conferma, ma deve far cambiare direzione alla squadra

Alessandro Ferrari, direttore generale della Fiorentina da quando è venuto a mancare improvvisamente Joe Barone (il braccio destro di Commisso), ha portato a Palladino la vicinanza del proprietario. Il patron e presidente gigliato, lo sanno tutti, alla Fiorentina così come nelle sue grandi aziende, ama la continuità, anche per quanto riguarda le risorse umane. 

Non facciamo quindi fatica a credere che quanto dichiarato da Ferrari nelle scorse ore alla stampa e che cioè Commisso è vicino a Palladino sia vero. Ma poi gli episodi, come succede nelle singole partite, sono decisivi anche nello stabilire il futuro degli allenatori. Chi è responsabile della parte sportiva del club, e cioè Daniele Pradè, deve anche portare dei risultati a fine stagione al proprio datore di lavoro. Risultati che, proseguendo con questo ruolino di marcia, non arriveranno mai. Poi si potrà obiettare che i risultati non arrivino per colpe che esulano dal mister, ma l’alternativa di cambiare buona parte della squadra ad oggi non sarebbe comunque praticabile.

Palladino con il Torino si gioca la panchina

Domenica nel lunch match della 21esima giornata di Serie A la Fiorentina sfiderà il Torino di Paolo Vanoli. Perdere significherebbe aver fatto 1 punto in 6 partite, nelle quali ci si è trovati di fronte non soltanto delle corazzate, come ad esempio il Napoli, ma anche squadre altamente alla portata. 

Fermo restando che alla Fiorentina serve un solo risultato nella gara contro i gemellati granata, un ulteriore passo falso sarebbe difficilmente spiegabile a dirigenza e tifoseria. Il punto semmai è un altro e cioè avere pronta un’alternativa valida. In quel caso rinunciare a Palladino sarebbe quasi obbligatorio, come lo è ora necessariamente il proposito di stargli vicino perché, quando va in campo la Viola, città, tifoseria e ambiente sanno farsi un unico blocco di marmo, a sostegno incondizionato.

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