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E menomale che mancano solo tre giornate alla fine. Perché altrimenti la Fiorentina, entrata in un tunnel apparentemente senza uscita, avrebbe potuto davvero rischiare la retrocessione. Una parola forte, che molti usano con ironia, ma che effettivamente si sarebbe potuta trasformare in realtà. Per capirlo, basta rovesciare la medaglia che abbiamo sempre chiamato "corsa all'Europa", e rinominarla "lotta per la salvezza". In tale ottica, tutti i pareggi collezionati dalla Fiorentina in campionato si trasformano da punti persi in guadagnati. Un'involuzione clamorosa ha fatto sì che la squadra di Pioli prima e Montella poi, si sia allineata sul piano di squadre come Spal,Cagliari, Bologna e simili. La retrocessione non è mai stata un pericolo concreto, e l'Europa non è mai stata un obiettivo reale: perché 17 punti in meno del Torino, di certo, non si spiegano con qualche pareggio di troppo. La differenza in classifica maturata rispetto a squadre che storicamente sono sempre state inferiori alla Fiorentina, fa emergere un'ipotesi che tutti temevano fin dall'inizio. La squadra quest'anno era tecnicamente scarsa, e l'unico fattore su cui poteva contare era la forza del gruppo e la vicinanza dell'ambiente. Venute inevitabilmente meno queste due componenti la Fiorentina è crollata, colata a picco. Caduta, citando Dante, "come corpo morto cade".


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