Così è se mi pare… - Dilemma: Conference o Champions?
Dilemma: Conference o Champions? È ovvio che mi riferisco nel primo caso a puntare a vincere la competizione, nel secondo a parteciparvi l'anno prossimo. La Fiorentina non ha in rosa due squadre intercambiabili. Come sostituisci uno degli undici titolari, ormai ben individuati dalle scelte di Palladino, il livello del gioco si abbassa. Non difettano impegno e applicazione, ma i limiti tecnici e di lucidità calcistica di alcuni giocatori appaiono palesi.
Tutti desideriamo un trofeo, ma la Champions…
Quindi torno al quesito iniziale. Quale deve essere l'obiettivo di questa stagione iniziata con le nubi e ora sotto un anticiclone delle Azzorre per il meteo viola? Io, lo dico con franchezza, dovendo scegliere, punterei sulla qualificazione alla prossima Champions.
Tutti desideriamo un trofeo, che manca da quasi un quarto di secolo, ma davvero la conquista della Conference, coppa di terzo livello, ci darebbe una soddisfazione duratura? Invece poter partecipare a quello che ormai è un campionato europeo tra le migliori, comporterebbe partite con squadre di cui non devi andare su Wikipedia a cercare la provenienza e, soprattutto, tanti tanti soldi.
Gli esempi da seguire e le scelte verso questa direzione
Napoli e Atalanta hanno costruito i propri successi con l'abilità di allenatori e dirigenti, sostenuta dagli introiti della Champions. A me pare un buon esempio da seguire.
La decisione di evitare a Kean la trasferta a Cipro pare andare in questa direzione: prima il campionato. Per la Conference, almeno nella fase iniziale, le seconde linee devo bastare, altrimenti… pace.
Se c’è anche solo un barlume di possibilità di arrivare nelle prime quattro (o cinque dipende dai casi), non va oscurato. Potrebbe essere l’annata giusta, soprattutto se non sarà sprecata, come è accaduto negli ultimi anni, la possibilità di dare alla squadra un “ricostituente” a gennaio.