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C’era una volta la pareggite di Pioli. Quella stagione, 2018-19, in cui la Fiorentina raccolse la bellezza di 17 pareggi in campionato (praticamente la media di una ‘X’ ogni due gare). All’epoca si diceva che Stefano Pioli non fosse un vincente, ma quando arrivò Montella le ultime settimane l’andazzo fu anche peggiorato. Oggi le cose sono cambiate. La Viola di Italiano non solo non pareggia quasi mai, ma non cerca proprio quel risultato. Gli appena 5 incontri finiti in parità testimoniano un dato evidente: Vincenzo Italiano vuole sempre la vittoria, non conta contro chi. Il campionato che si è chiuso con 19 vittorie e 14 sconfitte è stato particolare per le rarissime volte in cui la Fiorentina ha terminato sul pari. Due in casa e tre in trasferta: Sassuolo, Verona, Cagliari, Verona, Inter.

Un passo netto, decisamente pronosticabile. Al Totocalcio gli scommettitori sarebbero andati sempre sul sicuro: “Fiorentina? Mettiamo 1-2”. E in effetti la squadra si è comportata in maniera stabile, anche se con velocità diverse tra andata e ritorno. Nella prima tornata, infatti, la stragrande maggioranza dei tre punti sono arrivati contro le medio-piccole; nel 2022, invece, tanti ne sono stati lasciati, per poi essere recuperati con le prime otto. Nell’epoca dei tre punti non c’è dubbio che un andamento del genere sia sinonimo di successo. In media, infatti, vincere e perdere ogni due gare è più proficuo che pareggiarle entrambe. In un campionato dove la vittoria vale tre volte il pareggio, la matematica non fa sconti: finire in parità equivale a una mezza sconfitta.

Il modo di giocare di Italiano ha contribuito a questi risultati. Il suo “Difendere bene, attaccare benissimo” si è rivelato, nella pratica, una sorta di: “Se riusciamo a non prendere gol, bene; altrimenti, giocheremo per farne uno più degli altri”. Una tattica vincente, che però ha spesso costretto la squadra a tornare a casa con le pive nel sacco. Le trasferte con le tre neopromosse ne sono un esempio lampante. D’altro canto, i successi contro Milan, Napoli e Juve avevano compensato -alla resa dei conti- quegli sprechi. In generale, però, la Fiorentina non ha mai saputo ribaltare le partite nei minuti finali. Anzi, molto spesso i pareggi sono stati perduti proprio all’ultimo. Quindi c’è da chiedersi se ogni tanto una ‘X’ avrebbe fatto al caso della classifica viola.

La risposta è positiva. Costruire una stagione per cercare sempre la vittoria è ammirevole, ma bisogna confrontarsi con la realtà. In svariate occasioni, un punto sarebbe stato l’ideale, oltretutto alla luce della classifica finale, conclusa a uno/due pareggi dall’Europa League. L’andamento “da doppia” di questa Fiorentina dovrà essere parzialmente rivisitato: giocare per il pareggio non è un’infamia e certe volte evita delle figuracce. A livello tattico, la squadra potrà restare così com’è: difendere alti resta il miglior modo per recuperare il pallone in fretta e riversarsi subito in attacco. Concentrazione e attenzione invece andranno migliorate. Soprattutto nei minuti finali e in quelle partite in cui anche un solo punto è soddisfacente.


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