Quando si parla di “bandiere”, il suo nome è uno dei primi che viene accostato alla Fiorentina. E anche uno degli ultimi, perché di giocatori che si sono legati indissolubilmente alla maglia viola ce ne sono stati davvero pochi nel nuovo millennio. Sebastien Frey è stato e sarà sempre un figlio di Firenze, uno di quei calciatori che sono entrati nel cuore dei tifosi scrivendo pagine di storia e lasciando il segno dentro e fuori dal campo. 

Oggi Seba si racconta genuinamente, senza nascondere niente, in un libro intitolato “Istinto puro”. Fiorentinanews.com ha intervistato l'autore e giornalista Federico Calabrese:

Com'è nata l'idea di realizzare questa biografia?

"Stavo cercando il profilo più adatto dopo quello di Gianluca Pagliuca (la sua biografia è uscita nel 2022, ndr). Un giorno mi è capitato di intervistare Frey per una testata per cui lavoro: doveva essere una chiacchierata di quindici minuti, invece è durata quasi un'ora sfociando anche in argomenti extra calcistici. Lì ho capito che Seba aveva tante cose da dire, e che per farlo non gli sarebbe bastata un'intervista. Gli ho proposto l'idea del libro e lui l'ha accolta subito con entusiasmo".

Tra le pagine si racconta la sua carriera, ma anche e soprattutto la sua vita fuori dal campo.

"Assolutamente. L'intento principale era mettere da parte frasi fatte e cose risapute, a favore invece di una narrazione più personale. In questo libro Frey si racconta come uomo prima che come calciatore, affrontando i momenti più belli ma anche più difficili della sua vita come l'infortunio a Firenze, la separazione dalla sua prima moglie e la malattia che l'ha colpito. Diciamo quindi che il calcio è un punto di partenza, ma non l'argomento principale".

Che ruolo hanno Firenze e la Fiorentina all'interno del libro?

"Ovviamente importantissimo. Frey voleva diventare una bandiera viola come Antognoni, e secondo me ci è riuscito. La separazione dalla Fiorentina gli ha fatto male, e nel libro la racconta in maniera lucida rivelando colpe e colpevoli senza tanti giri di parole. Firenze è stata una parentesi fondamentale della sua carriera ma anche della sua vita personale, con eventi importanti avvenuti proprio in quegli anni. L'infortunio, la separazione, l'avvicinamento al buddismo grazie all'amico Roberto Baggio, solo per citarne alcuni". 

Che tipo di rapporto si è creato tra voi durante la stesura del testo?

"Per realizzare un lavoro del genere è fondamentale entrare subito in sintonia, abbattendo la barriera professionale che ci può essere tra un giornalista e un ex calciatore. Fin dal primo incontro Seba si è messo a nudo, facendomi percepire chiaramente la sua voglia di raccontarsi, di sfogarsi e di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Come lui stesso mi ha confidato, scrivere questo libro è stato terapeutico perché lo ha aiutato a riaffrontare in maniera più razionale, a distanza di anni, certi momenti molto importanti della sua vita. Per me, ovviamente, è stata un'esperienza fantastica". 

Sui vostri canali social avete annunciato che ci sarà un tour: cosa dobbiamo aspettarci?

“In queste settimane parteciperemo a una serie di interviste, poi da inizio ottobre partirà un vero e proprio tour in giro per l'Italia che durerà diversi mesi. A breve riveleremo le date precise, ma intanto posso dire che dovremmo cominciare proprio da Firenze che ovviamente sarà una delle tappe più importanti del nostro viaggio. Ad ogni evento saremo presenti sia io che Seba: parleremo del libro, che sarà acquistabile direttamente in loco, e poi ci saranno delle sessioni di firmacopie”. 

Il libro di Sebastien Frey “Istinto Puro”, edito da Minerva e scritto da e con Federico Calabrese, è disponibile nelle librerie e in tutti gli store digitali.

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