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Attraverso un editoriale su La Nazione, il giornalista Benedetto Ferrara ha analizzato così il momento viola: "Al di là della gioia che ci hanno regalato Jovic e Cabral con una mutazione che li ha trasformati da Paola e Chiara in Jagger e Richards e di un risultato senza se, senza ma e senza curve, c’è qualcosa che somiglia a un mistero: il Braga. Un po’ come quando una tipa vuole presentare un tipo all’amica single descrivendolo come un George Clooney più giovane e poi le mette davanti un Alvaro Vitali in giornata no. Meglio così, comunque, perché al di là dell’avversario, più Barga che Braga, la Fiorentina è stata grande".

Poi ha proseguito: "Onore ad Arturone, per quel primo gol che significa tecnica, coraggio e tanta professionalità e per quel bacio per festeggiare il competitor Jovic che nemmeno Fedez e Rosa Chemical. Senza curve e con le paesaggi montani dietro le porte ha conquistato il titolo di Re Artù e lo stadio nella roccia. In una partita sola Jovic e Cabral ci hanno restituito la gioia di avere una prima punta, anzi due, e il tecnico di avere un gruppo solido, magari non una squadra di fenomeni, ma uno spogliatoio unito e orgoglioso sì".

Jovic e quella maniacalità nel curare i dettagli: Il serbo cercherà di mantenere la sua particolare "promessa"
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