L'anno di Erasmus è finito, adesso Gino deve superare i suoi esami. Infantino e una riscoperta che parte da Palladino
Circa un anno fa di questi tempi, la dirigenza del Viola Park si beava di aver comprato il nuovo asso del calcio argentino. “Un giovanissimo trequartista che già gioca titolare nel Rosario e che mette a segno assist di tacco da capogiro”, si sentiva riecheggiare dalle parti di via Pian di Ripoli. Poi è arrivato il duro confronto con il calcio italiano. O forse, solo con Italiano.
Una prima stagione in Viola da oggetto misterioso, ma con Palladino le cose possono cambiare
Gino Infantino, un anno dopo, è felice nonostante tutto nel ritiro di Palladino. Viene provato come mediano o regista davanti alla difesa, in attesa che Pradè acquisti quei due centrocampisti che lo rispediscano in panchina. O forse Infantino è pronto? Al suo primo anno a Firenze, ha collezionato a malapena la doppia cifra, con un minutaggio che supera di pochissimo le tre gare piene. E il ricordo più vivido dei tifosi risale a quella entrataccia contro la Juventus in Primavera, nella quale venne pure graziato. Ad ogni modo, l'anno scorso Bonaventura e Beltran non gli lasciavano molto spazio.
L'anno di Erasmus è finito Gino, adesso tocca a te
Questa stagione, però, dovrà andare diversamente. Se entrambe le parti decideranno di continuare insieme, e quindi di non cedere alle tentazioni di un facile prestito in Serie A, B o quale che sia il campionato straniero, Gino dovrà cercare di mettersi in mostra, provando a scalvare le gerarchie di un tecnico giovane che non ha paura di lanciare le scommesse (si pensi a Bondo a Monza). Scopriremo solo nelle prossime settimane quali centrocampisti porterà il mercato, ma Infantino partirà col “vantaggio” dell'anno di pseudo-Erasmus praticato in riva all'Arno. E poi si sa, che gli argentini a Firenze… Dale Gino, te esperamos pronto.