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Uno dei leitmotiv di quest'estate in casa Fiorentina, oltre al cambio in panchina e i pochi, ma buoni, arrivi in attacco, ha riguardato il calendario, ritenuto dai più come abbordabile e subito in discesa. Ed effettivamente, una squadra che trova alle prime due di campionato due neopromosse, alla terza una formazione completamente spogliata dalle cessioni (il Monza) e, soprattutto, al preliminare europeo un piccolo club ungherese… Beh, ci siamo capiti.

Non è andata come ci aspettavamo (almeno in Coppa)

Tuttavia, i primi due pareggi hanno ridisegnato una situazione “facile” di partenza in una realisticamente più complicata. E ora, al terzo match stagionale, arriva una squadra che ha perso male all'esordio e che proverà ad approfittare delle iniziali difficoltà d'assestamento di Palladino. Lungi da questa sede mettere in discussione le scelte tattiche del nuovo allenatore, già domenica - e siamo solo alla terza partita dell'anno - serve una vittoria. Non tanto per rivedere la Fiorentina nelle posizioni che la competono, quanto piuttosto per non ritrovarsi a metà o, peggio ancora, verso fine stagione a dover strappare punti ad avversari molto superiori a Parma e Venezia.

Vincere col Venezia per sbloccarsi

L'aspetto più critico attualmente per la Fiorentina riguarda la difesa, un cruccio che Palladino sembra purtroppo aver ereditato da Italiano. I tre gol presi - per giunta, in casa - in Conference sono stati davvero eccessivi e gli orrori di Kayode lasciano intuire che ci siano ancora tanti aggiustamenti tattici da operare. La fase offensiva, e il solito Quarta, giovedì almeno si è fatta viva, portando in rete due fra i più quotati dell'attacco di Palladino (aspettando Gudmundsson…). 

Non subire diventa l'imperativo

Ma con il Venezia la priorità si chiamerà ‘non subire gol’, un obiettivo che per la vecchia gestione significava quasi una chimera. Domenica si tratterà già di una partita da cercare di vincere a tutti i costi, per almeno due motivi: 1) non arrivare all'ultima gara prima della sosta con uno score basso dopo due neopromosse; 2) arrivare in Ungheria forti del primo successo dell'era Palladino. Fra Venezia e Puskas Akademia, è indubbio quale sia la partita più importante, ma chiudere la porta e trovare i tre punti è l'unica soluzione per far svoltare questo inizio in salita attraverso un calendario alla portata per una squadra come la Fiorentina.

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