Gosens: "Con un Kean così dominante dormiamo tutti più tranquilli ma godiamoci il momento senza parlare di Champions. Gasperini mi ha cambiato la vita ma anche Pusic e mio padre Holger"
Nell'intervista di Robin Gosens a La Gazzetta dello Sport c'è spazio anche per alcune persone della sua vita, non solo calcistica:
Tre persone da ringraziare? "Gasperini: mi ha cambiato la vita a livello calcistico, mi ha estratto cose che non sapevo di avere. Poi a Marino Pusic, tecnico dello Shakhtar: lui è stato il primo allenatore in Olanda, mi ha portato da una piccola in Germania alle giovanili del Vitesse. Mi ha visto, mi ha voluto, ha chiamato i miei genitori dopo un provino. E poi a mio padre: Holger, il mio Batman, che a stamattina non mi ha ancora fatto un complimento in vita sua. Non per cattiveria ma lo fa per tenermi coi piedi per terra. Io sono nato in un villaggio piccolo, lontanissimo dai soldi e dalla vita che sto facendo: e questo mondo per i miei genitori era impossibile da immaginare, il suo modo di pensare è un modo amorevole di stimolarmi.
Kean dominante? Lo è sì. Sa trascinare, non ha bisogno di tante occasioni per fare gol ed è un vantaggio che aiuta la squadra: con uno così stanno tutti più tranquilli.
La Champions? Ho avuto la fortuna di poterla giocare, alza il livello. Ma ora sarebbe sbagliato parlarne: se fissi un obiettivo così importante, magari realistico se lavori con umiltà e compattezza, passi dalla voglia di vincere all’obbligo. E c’è differenza: le pressioni sono diverse. Ora bisogna solo godersi il momento.
Cosa chiede Palladino? Di saper variare, infatti abbiamo cambiato diversi moduli: evidentemente c’è un valore nella squadra se ci riusciamo. Si affida tanto ai giocatori che danno sicurezza, affidabilità. Mi ha chiesto di essere uno che alza la voce, che dà una mano ai giovani, di mettere quel che sono capace di fare. Di essere Robin”.