Sofyan Amrabat. Foto: Fanfani/Fiorentinanews.com
Sofyan Amrabat. Foto: Fanfani/Fiorentinanews.com

Una vecchia massima sosteneva che ‘a forza di raccontarsi una bugia, si finisce per crederci davvero’. In questo caso non parliamo tanto di bugie, quanto più di ingenue suggestioni, illusioni e di accettazione del ‘male minore’, della serie: se proprio non deve arrivare nessuno di dignitoso, facciamoci andare bene quello che c'è.

Poi alla prima uscita, al primo cenno di rilancio salutato con grande entusiasmo, ci si riaccorge che, sorpresona!, Sofyan Amrabat non è diventato Xabi Alonso nel suo anno di Premier. E che in un centrocampo a due dove il partner è Mandragora, il piatto della qualità piange lacrime amare.

Siamo ancora in attesa di scoprire Richardson, che però non arriva propriamente come costruttore ma più per imporre i suoi quasi due metri in mediana. Nel mentre Palladino ha ripescato il marocchino un po' per disperazione: non perché Amrabat non possa essere un buon giocatore in senso assoluto ma non risolve certo i problemi della Fiorentina e poi c'è quella voglia di Premier sempre viva. 

E quindi insomma, non basta ripetersi all'infinito che Amrabat sia la soluzione a tutti i mali o spremersi le meningi per vederci un fuoriclasse delle due fasi. Poi arriva sempre il campo a ricordare la realtà dei fatti.

Il settanta per cento è stato fatto...ma manca il trenta che decide le stagioni. Siamo sicuri che Amrabat sia così indispensabile?
La Fiorentina è ancora incompleta, ma arriveranno altri calciatori e la formazione vista in campo a Parma non la vedrem...

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