Nicoletti: “Difficile far colazione al Viola Park dopo una serie di sconfitte. Alla Fiorentina manca un attaccante e scouting adeguato. Italiano capro espiatorio ma ha ottenuto due finali"
Procuratore sportivo e oggi nella dirigenza della Pistoiese, Costantino Nicoletti è intervenuto a Lady Radio affrontando ad ampio raggio moltissime tematiche di casa Fiorentina, dal campo al Viola Park.
Sul tema attaccanti: “La Juventus è andata in vantaggio dopo 9 minuti, poi si è schierata serenamente davanti alla propria porta contrastando le offensive viola. Beltran ha avuto una palla a disposizione, poi si è infortunato ed è entrato Nzola. Sono arrivati una miriade di cross e la difesa della Juventus li ha respinti, Nzola era sempre in ritardo o dietro ai difensori bianconeri, o i palloni proposti non erano all’altezza. La Juventus ha vinto senza il minimo sforzo, ma ad un certo punto Allegri ha tolto Kean e Chiesa inserendo Vlahovic e Milik. La Fiorentina è impegnata su 4 competizioni ed ha due soli attaccanti; Beltran, per me il titolare, poi una valida riserva come Nzola, un soldatino dell’allenatore, che può entrare a gara in corso. La Fiorentina ha cercato di sistemare la partita facendo entrare un difensore centrale alto 2 metri per cercare di prendere qualche pallone di testa”.
Poi prosegue: “Manca un elemento all’attacco viola, c’è il jolly Kouame che si può adattare, ma non è di ruolo. Beltran ha bisogno del suo tempo per ambientarsi, se penso che da due anni aspettiamo Ikone, pagato 16 milioni, è giusto aspettarlo. Nzola doveva darci la garanzia iniziale perchè da tanti anni gioca in Serie A e conosce il campionato. Davanti qualcosa non sta funzionando, ci sono dei problemi, sarebbe offensivo e bugiardo non sottolinearlo. Si fa fatica ad arrivare a prendere la punta da 40-50 milioni di euro, e allora deve essere forte lo scouting. Devono arrivare i Vlahovic a 1 milione, non gli Infantino a 3.5. La Fiorentina ha speso tanto, anche per i terzini, penso a Lirola e Dodô, ma l’operazione è stata Parisi. Tempi e costi giusti, età perfetta del giocatore che potrà diventare il terzino sinistro dell’Italia: ci sono stati intuito e rapidità. Ci sono Burdisso e un dirigente esperto, un politico preparatissimo come Pradè che ha un’agenda che fa paura, sfruttiamoli anzichè parlare di quanto è bello il bar del Viola Park. Nessuno ci ha mai detto come sia strutturata la Fiorentina a livello di scouting”.
“Italiano non era Guardiola il primo anno, benchè ci abbia fatto vedere un bel gioco resuscitando anche alcuni calciatori, non è un carciofo nè uno scienziato ma ha centrato due finali. Normale che sia il capro espiatorio, gli è stato triplicato l’ingaggio e data fiducia anche in sede di mercato, però niente allarmismi. È però al quarto anno di Serie A, anche lo scorso anno la Fiorentina è partita a rilento, mi aspetto che avremo soddisfazioni da Gennaio, quando il calendario si infittisce e arriveranno impegni importanti. La classifica è corta ma il rammarico è che si sono lasciati per strada punti con Lecce, Frosinone e Empoli. La Fiorentina ha però ottenuto punti con Napoli e Atalanta, quindi alla fine la classifica non mente. Il campionato di Serie A è molto mediocre, ma la rosa viola non è da primi quattro posti, la squadra può arrivare quinta come ottava”.
E ancora: “Va riconosciuto il merito alla società viola di aver conquistato due finali dopo appena 4 anni e quelle rimangono, la Fiorentina però è ancora in rodaggio. Vanno capiti gli equilibri interni, il presidente è appassionato e convinto di capirci; operazioni come Amrabat, strapagato a 21 milioni, perchè pallino di Commisso. C’è poi un direttore generale appassionato di calcio, ma mancano esperienza e formazione. Pradè ci mette sempre la faccia dopo le sconfitte, parla sempre lui, magari dice frasi di circostanza ma cerca di trovare attenuanti se le cose non vanno bene. A livello comunicativo la società è uno pseudo regime, c’è una comunicazione solo unilaterale senza confronto, non c’è più la conferenza stampa di fine mercato, non esistono più interviste”.
“I primi anni di Commisso ci hanno detto che la gestione è ‘business orientate’, si parla prevalentemente di denaro, sostenibilità, autofinanziamento. Io rimprovero questo, perchè in un campionato italiano in fase decadente, arrivando dopo aver pagato una società importante come la Fiorentina praticamente due spicci, per avere più credibilità avrei splafonato un po’ di più, alzando l’asticella. Il Napoli è arrivato a vincere lo Scudetto alternando tecnici come Benitez, Ancelotti, Sarri, Spalletti. L’inesperienza della società poteva portare ad avvalersi dell’esperienza e della capacità di allenatori di un certo spessore. Serve avvalersi di figure che possano far crescere la società e accelerare il processo, e in primis avrei investito in questo”.
Infine: “Il Viola Park? Tra fare un parco giochi e un training center ce ne corre, esistono vie di mezzo. Dopo aver perso una serie di partite di fila o magari rischiando di lottare per non retrocedere, il bar sarebbe aperto? Al netto della civiltà e dell’educazione, in Italia siamo ‘calienti’, sanguigni, non so con che spirito la gente andrebbe a fare colazione dentro al Viola Park quando le cose non vanno bene. Deve essere utilizzato come centro di allenamento, non per battesimi, comunioni, aperitivi e matrimoni. Capisco abbia dei costi di gestione altissimi, si parla di 10 milioni e servirà rientrare in ogni modo, ma questo utilizzo non mi piace. Esistono sponsor, c’è il marketing ed il merchandising per questo. In un centro ci si deve lavorare per fare il meglio la domenica in campo e sfornare calciatori”.