Il modus operandi di Daniele Pradè ormai lo conosciamo e ora che il ds romano ha avuto nuovamente più spazio di movimento, è riemerso in tutte le sue fattezze. Già alla sua prima avventura fiorentina, Pradè si concentrò molto su calciatori che aveva portato alla Roma e (anche) così fece grande la squadra di Montella. Da lì però la sensazione è che ci si sia un po' impantanati, girando sempre e soltanto su obiettivi da inseguire a tutti i costi, in modo quasi esasperato, in lungo e in largo, attraverso il susseguirsi delle stagioni.

Non è un caso che da una sessione all'altra, alla Fiorentina vengano accostati i soliti nomi: lo stesso Torreira è un calciatore che Pradè aveva avuto a Genova e che solo nel 2021 fu possibile portare a Firenze. Salvo farselo scappare subito dopo. Per Kean il ds viola ha da tempo immemore una sorta di infatuazione calcistica: stagioni poco esaltanti alle spalle e il solo anno di contratto rimasto hanno reso possibile l'operazione. Il problema sorge semmai quando solo di questo ci si abbevera sul mercato e non magari dell'esplorazione di nuove piste e scenari, magari anche di maggior prospettiva e convenienza economica.

Il famoso scouting dovrebbe servire proprio a questo. Per il momento, anche con l'ennesima suggestione Gudmunsson, stiamo assistendo al classico Pradè-show, in attesa di qualche novità che non sappia già di trito e ritrito.

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