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Che Terracciano si sia meritato una promozione per il suo costante impegno, è indubbio. Che Gollini si sia guadagnato la panchina dopo le sciaguratezze di Istanbul, pure. Che Cerofolini, a 23 anni, possa diventare il secondo portiere di una squadra di Serie A, beh anche questo è possibile. Ma c’è ben altro dietro l’apparente stato naturale delle cose dei portieri della Fiorentina.

Tutto parte dalla scorsa estate, in cui la “scelta di non scegliere” un nuovo numero uno condiziona la formula del passaggio dell’ex Atalanta in Viola. Dietro, probabilmente, qualche promessa non mantenuta, possibili cause per la firma di un portiere che, di sua sponte, sceglieva di passare dal fare la riserva al titolare della Nazionale francese a quella di Terracciano. Da lì, malumori e incomprensioni, con Gollini che lentamente scivola verso il dimenticatoio di Italiano, che in tutta questa vicenda ha ricoperto un ruolo non di secondo piano.

Adesso, però, il dado è tratto e tornare indietro, si può, ma a condizione che Gollini si fermi a Bergamo (data l’impossibilità per un calciatore di un doppio prestito nella stessa stagione). È vero che l’Atalanta si è liberata di Sportiello, direzione Milan, ma soltanto a luglio ci sarà il passaggio definitivo. Allora, che fare con il portiere-trap? Concedergli una seconda chance oppure farlo sorpassare nelle gerarchie da un altro giocatore, ma di proprietà?

Michele Cerofolini, 24 anni tra meno di un mese, ha fatto tutta la trafila nelle giovanili viola, ma ancora non è mai stato scelto come riserva. Soltanto, e giusto da quest’anno per obblighi inerenti alle liste UEFA, come terzo, dopo svariati prestiti fra Lega Pro e Serie B. A condizionarlo, anche una precaria condizione fisica che l’ha visto fratturarsi il crociato ben due volte negli ultimi tre anni. Adesso, però, la grande opportunità: diventare il secondo portiere, e quindi essere qualcosa di più di un semplice nome su una lista, e giocarsi le sue carte dietro all’esperto Terracciano.

E proprio quest’ultimo è anche il più tranquillo di tutta la vicenda-portieri. Scalzato prima Dragowski, che non era tanto abile nel gioco con i piedi, e poi un portiere che ha giocato la Champions, Terracciano è l’usato sicuro al quale Italiano – con dirigenza concorde – si sta affidando da un anno e mezzo a questo parte. A breve – ma questo ce lo dirà solo il mercato – una nuova spalla: (quasi) senza esperienza e con (quasi) zero presenze nel massimo campionato italiano. Una scelta che qualcuno definirebbe coraggiosa, ma che allo stesso tempo sarebbe avventata e rischiosa per tentare di andare avanti in tre competizioni.


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