Il caso Gori e l'inutilità di alcuni prestiti: una questione che rischia di fregare la Fiorentina
Settantanove, come i minuti concessi da fine gennaio ad oggi a Gabriele Gori a Livorno; tre invece, come i gol segnati dall'ex bomber della Primavera viola, uno ogni 27 minuti scarsi. Logicamente parliamo di medie su campione molto basso ma che comunque lasciano un po' interdetti, dato che coloro che chiudono la strada al classe '99 sono calciatori come Raicevic, Giannetti o Dumitru: per loro, da inizio stagione, la "bellezza" di nove reti. E dire che il Livorno di gol ne avrebbe bisogno come il pane, dato che stazione tra zona retrocessione e zona play-out. Eppure per il tecnico Breda, l'impiego di Gori non ha rappresentato una priorità almeno fino all'ultimo turno, dove il ragazzino ha rimesso in piedi una partita quasi già persa, a Foggia, con la doppietta che è valsa il 2-2.
E dire che proprio in Puglia Gori aveva iniziato la stagione: 400 minuti scarsi in sei mesi, una rete in Coppa Italia e tanta panchina. Ma d'altronde quando una squadra che già parte con 8 punti di penalizzazione, aggiunge a gente di mestiere come Galano e Mazzeo, anche un certo Iemmello, evidentemente su Gori tanta voglia (e spazio) per puntarci non ne aveva voglia. Ed è a questo che la Fiorentina deve fare attenzione, per non rovinare dei potenziali talenti: la scelta del prestito diventa essenziale, in assenza delle squadre B.
Ma ci sono anche le note positive: ad esempio il difensore Luca Ranieri, che invece proprio a Foggia ha trovato la dimensione perfetta per esprimersi in serie cadetta; o Sottil, che dopo tre mesi di fatica è diventato titolare a Pescara. O ancora Castrovilli, quello più grande e più avanti di tutti: trascinatore a Cremona con 4 gol e 4 assist e forse davvero pronto a giocarsi le proprio carte in maglia viola. Con loro 3 la Fiorentina sembra aver fatto le scelte corrette.