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Ore 12.30 di domenica 8 marzo. Come un deja vu, ecco che all'orizzonte arrivano nuvoloni neri sul campionato. Parma e Spal rischiano di non giocare dopo l'improvvida uscita del ministro dello Sport Spadafora e la presa di posizione intempestiva del presidente dell'AIC Tommasi. Entrambi invocano uno stop del campionato che coinvolgerebbe, inevitabilmente la Fiorentina, mandata per la seconda settimana consecutiva in trasferta ad Udine.

Come sabato scorso, i viola erano stati rassicurati sul fatto che si sarebbe giocato con certezza e come sabato scorso stavano per essere rispediti a casa senza scendere in campo. Con tutto quello che questa decisione avrebbe comportato: perdita di tempo e, soprattutto di soldi (altri 60 mila euro dopo la stessa cifra spesa inutilmente solo qualche giorno prima). C'era aria di grande arrabbiatura all'interno della società per quello che si stava per profilare. Per fortuna di tutti, nella scelleratezza dell'intero periodo, qualcuno ha avuto il buonsenso di far scendere in campo lo stesso le squadre, mantenendo intatto il programma che il mondo del calcio si era dato alla vigilia di questa tornata di recuperi.

La Fiorentina intanto ha già annunciato che provvederà a farsi risarcire quanto speso per essere andata ad Udine senza giocare sabato 29 febbraio 2020.


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