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L'anno scorso, se pur non sempre convincente, era un perno inamovibile del centrocampo della Fiorentina. La corta pausa tra i campionati e soprattutto il Covid però, hanno condizionato pesantemente Erick Pulgar, che già con Iachini era arretrato nelle gerarchie. E dire che nella rosa gigliata c'era già Duncan che di per sé rappresentava un mistero e che a gennaio è stato dato in prestito. Il cileno è diventato inevitabilmente l'alternativa ad Amrabat, adattato inopinatamente a regista, ma rimanendo residuale nel minutaggio gestito da Prandelli. Il tecnico però, anche oggi ha esaltato la figura del cileno ed il suo recupero graduale, che diventa molto importante perché la Fiorentina nel frattempo ha perso Bonaventura. A Udine servirà però il Pulgar versione Genova, quello che aveva propiziato il gol di Vlahovic e lasciato buone sensazioni, salvo tornare un passo indietro con lo Spezia. In una stagione in cui la continuità non è certo la parola d'ordine, l'ex Bologna deve trovarla per conquistarsi un ruolo centrale.


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