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Dignità. Nient'altro di più. Per commentare le dimissioni di Cesare Prandelli da allenatore della Fiorentina, l'unica parola utilizzabile è dignità. In un mondo, sportivo e non, che va avanti ricco di cupidigia e di "colpe" scaricate, le dimissioni sono un atto da uomini.

E lo sono ancor di più dopo una lettera nel quale, l'Uomo Cesare si mette a nudo scrivendo In questi mesi è cresciuta dentro di me un’ombra che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose. Sono venuto qui per dare il 100%, ma appena ho avuto la sensazione che questo non fosse più possibile, per il bene di tutti ho deciso questo mio passo indietro.

La chiarezza, inoltre, dell'Uomo Cesare batte tutte le critiche e le possibili sfaccettature e della vicenda quando lo stesso scrive sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più.

Cesare Prandelli si è messo a nudo davanti ad una città, a un popolo, davanti ai tifosi della stessa squadra per cui egli tifa. Cesare Prandelli se ne va dopo aver fatto un "giro" lungo da Benevento a Benevento+Milan con quel proposito, oggi infranto, di "poter dimostrare di essere ancora un allenatore di livello, a Barone ho detto scherzando che tra qualche mese saranno loro a chiedermi di rimanere" come disse lo scorso Novembre in un'intervista.

Cesare Prandelli se ne va, in punta di piedi a livello umano, ma facendo un grande rumore. Cosa è successo prima delle dimissioni, cosa è mancato visto quel "non mi ci riconosco più", perchè quel "sono stanco"? Adesso i quesiti sono tanti e il tempo per dare stabilità alla situazione Fiorentina è troppo poco.

Certo è che diverse domande, dopo queste dimissioni, è lecito farsele.


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